Un’impresa chiude, un’altra ne prende il posto. Bertagni 1882, nota azienda produttrice di tortellini di qualità, dopo aver rilevato dal fallimento della Malgara Chiari&Forti lo storico pastificio di Borghetto, sta per avviare le nuove linee produttive. Il via è previsto a febbraio. In questo metabolismo rigeneratore s’incontrano la vivacità dell’industria fondata a Bologna ma insediata oggi ad Arcugnano (Vicenza) e i pregi del contesto territoriale. Il presidente Antonio Marchetti spiega così la decisione del gruppo vicentino: il Trentino è un territorio business friendly (favorevole alle imprese) nel quale, soprattutto negli ultimi 30 anni, si sono create qualificate competenze nel settore alimentare «che sarebbe stato un peccato non sfruttare». È bello che qualcuno ci descriva così: un sistema attrattivo a tutto tondo (non soltanto per le elargizioni finanziarie), su cui puntare sempre di più, come ripete l’Assessore Olivi, che vede in questa operazione «un successo della politica industriale della Provincia, che ha creato lavoro e produzione in un sito che è stato simbolo del degrado causato dalla crisi».
Il gruppo Bertagni è cresciuto rapidamente: oggi dà lavoro a 250 addetti, esporta in 40 Paesi, e ancora crescerà con il rilancio dello stabilimento di Borghetto, nel quale si è impegnato a investire subito 8 milioni in macchinari, per raggiungere entro il 2020 un livello occupazionale minimo di 80 unità, recuperate soprattutto fra gli espulsi Malgara. «Siamo di fronte a una novità importante – osserva Nicola Polito, direttore operativo di Trentino Sviluppo -: dopo l’arrivo di Dr. Schär (alimenti senza glutine) a Borgo, questo è il secondo caso di imprese esterne che decidono di trasferire reparti produttivi in Trentino, segno che riusciamo ad essere convincenti, e che si sta irrobustendo la filiera agroalimentare trentina, che già può contare su nomi di prestigio come Menz&Gasser e Felicetti». Dietro l’operazione Bertagni c’è in effetti un silenzioso quanto intenso lavoro «per stabilire i contatti con l’imprenditore, studiarne il progetto industriale, assisterlo nei rapporti con gli interlocutori locali e creare il contesto più idoneo, com’è stata la proprietà pubblica del sito produttivo, che ha consentito all’impresa di impegnarsi in notevoli investimenti tecnologici. Anche questo è essere business friendly » spiega Sergio Anzelini, consigliere delegato di Trentino Sviluppo. In questo caso c’è effettivamente la novità del contratto rent to buy (affitto con riscatto). Funziona così: Trentino Sviluppo acquista da Bertagni l’immobile di Borghetto per 4,5 milioni, lo dà in locazione alla stessa per 12 anni, con possibilità di riacquistarlo a fine periodo allo stesso prezzo. Bertagni verserà in cambio un canone annuo di 140 mila euro, metà dei quali considerati come acconto del riacquisto (incoraggiando il riscatto, pena la perdita degli acconti), ma soprattutto offre alla comunità locale investimenti produttivi e un obbligo occupazionale «lungo».
È bello, dicevamo, che un imprenditore venuto dal Veneto si senta in un territorio amico delle imprese. Più bello ancora sarebbe che questo valore di sistema fosse realmente compreso da tutta la comunità trentina, non soltanto dagli avamposti di crisi.
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