Sul palco del San Marco arrivano le storie dei migranti, persone in viaggio e non numeri. Fra gli attori anche rifugiati e richiedenti asilo
Cinema, ma non solo. Il Religion today Film Festival offre occasioni di incontro e riflessione anche attraverso altri linguaggi. Il teatro ad esempio. Il palco del San Marco ospita venerdì 13 ottobre alle 20.45 “Questo è il mio nome”, spettacolo teatrale che arriva a Trento dopo decine di repliche in tutta Italia. Uno spettacolo di teatro civile, quel teatro che vuole raccontare una realtà difficile, una fragilità o gli aspetti più controversi della società. E portare il pubblico a pensare e considerare più punti di vista. Un teatro che è ance una proposta critica e costruttiva dell’oggi.
Il Teatro dell'Orsa con questo lavoro pone l'attenzione sull'attualità più drammatica: quella dei profughi, dei viaggi della speranza o della disperazione, dei barconi nel Mediterraneo. In scena ci sono Ogochukwu Aninye, Djibril Cheickna Dembélé, Ousmane Coulibaly, Ezekiel Ebhodaghe e Lamin Singhateh: attori rifugiati del progetto Sprar di Reggio Emilia.
«Questo gruppo è nato nel 2015. I nostri attori, insieme a molti altri che frequentavano il laboratorio, erano arrivati da poco e si trovavano nella condizione di “richiedenti asilo”. Allora la memoria degli sbarchi, del grande viaggio dai paesi in guerra attraverso il deserto, l’inferno della Libia e poi le carrette del mare erano ferite aperte»: così Bernardino Bonzani racconta così la nascita dello spettacolo.
I cinque attori non danno voce solo alle loro storie, sono portatori narranti di migliaia di altri giovani rifugiati, anche di chi non ha mai toccato il suolo d’Europa. Momenti felici, memorie e canti d’infanzia, amori, paure, sogni di futuro, tutto questo da agganciare a una nuova lingua. Da Mali, Gambia, Costa d’Avorio e Nigeria sul palco si srotolano le orme di viaggio di migliaia di persone.
In tour in tutta Italia da circa due anni, Questo è il mio nome ha ricevuto il Premio del Pubblico al Festival di Resistenza, Premio Museo Cervi – Teatro per la Memoria a Gattatico (RE), ed è stato selezionato al Festival I Teatri del Sacro 2017. I frammenti di vita che si intrecciano sulla scena sono impastati di parole che restano fuori dai faldoni dei tribunali e nelle questure. Chi è l’altro da noi? Come possiamo comprenderlo? Sono stati già migliaia gli spettatori toccati dall’autenticità di questi racconti: un’avventura necessaria per far crollare i muri e i pregiudizi che fanno parte del nostro tempo. Un racconto che ha toccato Teatri, Festival, piazze e scuole. E che ancora continua a viaggiare. Nelle prossime settimane sarà presentato nella Repubblica di San Marino, a Ferrara e a Bologna.
Ed uno spettacolo che non può che concludersi con un dialogo: al termine attori e registi si fermano “a chiacchiere” con il pubblico.
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