“Ho capito che la forza di una persona sta nella fede. Allora chi sono i veri malati?”

Nessuno di loro, forse, si aspettava un'esperienza così intensa e significativa, capace di suscitare “emozioni forti e a volte anche contrastanti” e di sollevare domande grandi sulla fede e sulla vita. In pellegrinaggio tra i 300 trentini c'erano anche 25 giovani, che a Lourdes si sono messi a servizio come dame e barellieri, accompagnati in questa esperienza da don Rolando Covi, don Daniele Armani e don Paolo XXXXXX.

“Giornate piene e impegnative”, racconta una giovane, “ma la fatica non la sentivo grazie al sostegno reciproco e alla compagnia, la gioia e la fede di tutto il gruppo”. Al centro del loro mettersi servizio, gli anziani e i malati: “Alcune delle cose che mi hanno colpito di più sono la forza, la determinazione, la devozione, la gioia e la fede degli anziani, che nonostante le difficoltà riescono a continuare con un sorriso, a volte qualche lacrima di puro amore”.

Una “bellissima esperienza, soprattutto dal punto di vista Umano”, scrive qualcun altro, provando a mettere a fuoco il dono inaspettato del servizio: “Aiutando gli ammalati ho capito che non si è malati perché su una sedia a rotelle, ma che la vera malattia è spirituale, riguarda la fede… loro, a parer mio, in questo senso sono più sani di chi cammina con le proprie gambe con la convinzione di poter vivere bene da solo, autosufficiente, senza Dio. In questo pellegrinaggio ho capito che la vera forza di una persona sta nella fede”. “La salute vera la possono avere anche gli ammalati – suggeriva l'Arcivescovo Lauro nella Messa conclusiva -, nella misura in cui liberano dentro di sé l’esperienza del ‘grazie’”.

“Io penso che ci tornerò sicuramente – conclude la giovane volontaria – perché e stata un'esperienza bella travolgente, formativa, e utile per trovare quella forza in più per lottare e andare avanti… senza preoccuparsi delle sciocchezze, e facendo più caso alle vere difficoltà che a volte per paura si fanno finta di non vedere”.