Novaline è località nota nella zona anche per gli aspetti devozionali. Tre giorni prima dell’Ascensione, come ricorda il quaderno “Mattarello ieri e oggi” del 1993, a cura di Marco Bridi, vi si tenevano le “rogazioni”, termine di derivazione latina che significa “preghiera”. “Il primo dei tre giorni – scrive Bridi – tutto il paese si recava alle Novaline, dove veniva celebrata la messa nella chiesetta di S. Raimondo, presso Villa Scotoni. Si partiva in processione alle 5 del mattino e si tornava dopo circa 2 ore, per essere pronti a recarsi a lavorare in campagna”. Gli altri due giorni si andava a Villa Bortolazzi ad Acquaviva e il terzo giorno alla chiesetta di S. Vincenzo (ora inesistente) in località Ronchi. Questa tradizione religiosa è venuta meno alla fine degli anni Sessanta.
Ma la strada delle Novaline, come ricorda lo storico Luciano Ducati, è sempre stata al centro di attenzioni negli anni passati. Nelle sue note, scrive che l’attesa sistemazione con l’asfaltatura è avvenuta nel 1969. Trent’anni dopo, nel 1999, ha ricevuto la conformazione attuale. L’ente pubblico ha finanziato un corposo intervento di rettifica (quasi 3 miliardi di vecchie lire) eliminando l’assai pericoloso imbocco con la strada statale della Fricca, realizzato non più adiacente all’attuale ristorante La Roccia, ma più a valle, verso Trento, sistemando delle curve piuttosto chiuse e altre strettoie.
Il progetto definitivo presentato dall’ingegner Giuliano Tarantino nel novembre del 1994 era stato accolto con soddisfazione, ma anche qualche preoccupazione per l’imbuto della “Decima” nell’abitato di Mattarello dal Consiglio circoscrizionale di Mattarello, presieduto da Aldo Tamanini. Prevedeva una lunghezza di circa 2 km, una sagoma stradale continua larga 6 metri, la deviazione del percorso in prossimità di Villa Gentilotti (dal culmine della “Dante” in poi) con la realizzazione di un nuovo tratto di circa 500 metri che andava ad innestarsi con la strada statale. Proprio come si presenta adesso.
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