Oltre 200 persone hanno raggiunto il monte Baitol, posto a quota 2.318 ai piedi del Monte Croce, per la cerimonia che ha di fatto riconsegnato alla comunità i “baraccamenti militari” risalenti al 1914-15 e realizzati dal battaglione Standschutzen Meran II sulla seconda linea del fronte. Ricoveri in muratura e legno per le truppe e gli animali, che restarono a lungo un punto di tappa per le colonne dei rifornimenti destinati alle prime linee imperiali, e che furono abbandonati nell’estate del 1916.
Le penne nere di Bedollo, grazie agli studi dello storico Luca Girotto, hanno da prima ottenuto i permessi della Soprintendenza provinciale ai beni culturali e delle Asuc di Miola, Vigo e Montagnaga (proprietarie dei terreni), avviando poi la ricostruzione dei manufatti, e collocando dei pannelli illustrativi sugli eventi bellici. Grazie alla Sat Pinè è stata quindi predisposta la segnaletica per raggiungere la località, ed un breve filmato che racconta la storia del fronte, ottenendo dalla Sovrintendenza il logo di “Museo all’aperto della Grande Guerra”.
La cerimonia, alla presenza del consigliere provinciale Graziano Lozzer, del sindaco di Bedollo Francesco Fantini, del funzionario della Soprintendenza Ivo Leonardelli e de tenente colonnello Luigi Musti del 2° battaglione del genio-guastatori alpino, è culminata nella Messa in onore di tutti i Caduti celebrata dal vescovo emerito di Trento mons. Luigi Bressan, con don Giovanni Avi e don Carmelo Giovannini.
Il significato storico dei baraccamenti è stato ricordato dal capogruppo degli alpini di Bedollo Giulio Broseghini e dal segretario Alessio Ioriatti, premiato da un particolare riconoscimento dalla sede di Vienna dalla “Croce Nera austriaca”. La giornata si è conclusa con il pranzo a Malga Fregasoga, alla presenza anche di tanti anziani e qualche giovane disabile, giunto con la “Jolette” (carrozzina per escursionisti con disabilità) e l’aiuto dei volontari.
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