La seconda festa di Avvenire e Vita Trentina in val di Fassa, terra di vocazioni missionarie, si è conclusa con una testimonianza familiare, quasi una confidenza, spalancata però ai confini del mondo. Del missionario padre Mario Borzaga, ricordato dalla Chiesa trentina a fine aprile dopo la sua beatificazione, ha parlato in profondità la sorella più giovane Lucia, salita a Pozza di Fassa con il gruppo dei collaboratori di Vita Trentina. “Ringrazio il giornale diocesano per l'impegno con cui fa conoscere la figura di padre Mario”, ha esordito indicando l'agile biografia “Per le strade che avevo cercato” curata da don Viviani e i due sussidi sul rosario e la via Crucis del missionario martire.
Dopo aver narrato ai turisti convenuti nella chiesa di Pozza di Fassa episodi poco conosciuti dell'infanzia e della giovinezza di padre Mario, mettendo in luce la sua normalità di giovane studente ma anche il suo dialogo continuo “con un grande amico di nome Gesù”, Lucia ha segnalato le positive novità scaturite in Laos per la beatificazione e l'entusiasmo dei cristiani di etnia Hmong – discendenti del catechista Paolo, martire insieme a padre Mario – da lei recentemente incontrati in Francia: “Hanno eseguito un canto molto caro a mio fratello e tramandato di padre in figlio in questi anni”. Un particolare curioso per rilevare come “Padre Mario dal cielo continua ad aiutarci”: alcune mamme desiderose di avere figli e gestanti lo hanno invocato con fiducia.
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