Si sente dire “i negretti”, “quelli che arrivano e ci invadono” ecc. e sono sovente casi più benevoli che risparmiano irriguardosi epiteti. E’ evidente l’atteggiamento di superiorità che si palesa, un “razzismo” implicito ma non meno subdolo e velenoso (in questo caso avvelena i pozzi a cui tutti ci abbeveriamo, la cultura, il vivere sociale).
Torna allora molto utile un libro uscito recentemente titolato “Il rinoceronte d’oro. Storie dal Medioevo africano” (Einaudi, pp. 286, 30 euro). L’autore è uno storico francese, Francois Xavier Fauvelle. Il titolo si riferisce al rinoceronte d’oro rinvenuto a Mapunguwne, capitale di un regno sudafricano a cavallo tra XI e XII secolo.
La storia africana tra antichità e inizio della colonizzazione europea. Un periodo storico che non conosciamo affatto e che le ricerche storiche e archeologiche vanno svelando come una vera e propria età dell’oro, un periodo non breve di splendore per le civiltà africane.
Il dott. Fauvelle è stato per anni direttore del centro francese di studi etiopici di Addis Abeba. Sono una trentina di capitoli affascinanti che “coprono” l’arco di quasi un millennio, dall’VIII al XV secolo. “Un formidabile periodo di prosperità” per il continente africano, lo definisce l’autore, che ha dovuto fare i salti mortali per trovare documenti scritti quando la tradizione locale privilegia la trasmissione orale del sapere. “Alcuni re –osserva Fauvelle – sono ottimi musulmani: Mansa Moussa, sovrano del Mali nel XIV secolo, fece tappa al Cairo durante il pellegrinaggio alla Mecca stupendo tutti per la sua munificenza”.
Nel volume risultano chiari i motivi del declino: lo sfruttamento coloniale, le politiche del Fondo monetario, la corruzione e il “tradimento” delle oligarchie al potere. I risultati e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Il libro è corredato da fotografie di siti e reperti molto belle. Un’ottima lettura estiva.
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