La trentesima edizione della rassegna Muller Thurgau vino di montagna ha superato le precedenti per numero di iniziative. Molte le idee emerse per il futuro. Il progetto “Agroecologia nel vigneto” può aiutare a realizzarle
Era parziale e immeritata l’accusa che qualche, pur autorevole, osservatore faceva agli organizzatori delle prime 29 edizioni dell’evento di privilegiare il vino Muller Thurgau e la filiera che ne precedeva l’assaggio, compresa l’attenzione verso i partecipanti che venivano da altre regioni d’Italia e dall’estero, trascurando argomenti e iniziative coinvolgenti soprattutto nei confronti della gente della Valle di Cembra.
L’infondatezza dell’accusa si trova nel volume “Valle di Cembra, il territorio, la gente e il vino storia della rassegna vini Muller Thurgau”, pubblicato a cura del Comitato organizzatore della 25a edizione. Nel capitolo “Rassegna vini Muller Thurgau: i convegni” curato da Walter Nardon, ricercatore universitario che ha contribuito per diversi anni ad affiancare ai problemi e agli eventi dedicati al vino e alla viticoltura, iniziative e spunti di carattere socio-economico e culturale. La serie di incontri che hanno segnato il lungo calendario delle rassegne inizia infatti con un convegno datato 16 luglio 1992 intitolato “Vino, turismo, territorio”. Di seguito si alternano nell’elenco temi tecnici con argomenti riguardanti enoturismo, paesaggio, promozione, edilizia rurale e di montagna, gestione urbanistica. Fa da collegamento con il nuovo corso rappresentato dal Comitato organizzatore composto in massima parte da giovani e guidato da Matteo Clementi e Mara Lona il convegno del 9 luglio 2011:”Si fa presto a dire territorio. Idee e suggerimenti per viticoltori che guardano al futuro”. Il grande salto di qualità che, a nostro avviso, va riconosciuto ai nuovi organizzatori sta nel fatto che al vino Muller Thurgau è stato tolto il ruolo di immagine esclusiva della Valle e gli è stato attribuito quello di motore a spinta di uno sviluppo integrato dell’economia della Valle di Cembra. Nel frattempo la qualità è molto migliorata ed è stata riconosciuta la sottozona Cembra o Valle di Cembra non solo al Muller Thurgau, ma anche a Sauvignon bianco, Riesling, incrocio Manzoni e Schiava.
Obbiettivo del nuovo corso: il coinvolgimento di tutte le categorie e classi sociali e lavorative intorno ad iniziative variate e condivise, capaci di fermare anche per poco tempo in Valle i turisti che percorrono la strada delle Dolomiti per raggiungere d’estate e d’inverno le Valli di Fiemme e Fassa.
La Valle di Cembra, è stato detto, non è adatta al turismo elitario o di massa. Meglio puntare sull’enoturismo anzi su un miniturismo polivalente. Per significare che non deve essere solo il vino Muller Thurgau e gli altri vini di Cembra, ma anche altre peculiarità della Valle a fare la attrattiva. Fermo restando la primigenia vocazione vitienologica, si dovrebbero aggiungere anche le cave di porfido, l’ Avisio e la pesca sportiva, i muri a secco, le riserve selvicolturali e paesaggistiche, le piramidi di terra, gli edifici storici e religiosi.
Su queste premesse collochiamo idealmente, a titolo provocatorio, ma a fin di bene, il progetto “Agroecologia nel vigneto”. Ne siamo venuti a conoscenza tramite Federico Bigaran, direttore dell’Ufficio produzioni biologiche della Provincia autonoma di Trento. L’attività professionale di Federico Bigaran, anche al di fuori dell’agricoltura biologica, è costellata da altri proggetti presentati e finanziati dall’ Unione europea. Ricordiamo fra tutti il progetto “Alpinet Gheep” dedicato al comparto ovi-caprino dell’Arco alpino. A livello provinciale merita citazione il progetto Biodistretto Val di Gresta rimasto praticamente nei voti (sia lontana la volontà di offesa) per mancato coinvolgimento della gente.
Agroecologia nel vigneto affonda le radici in un ben definito quadro normativo europeo. Principi informatori e modalità attuative sono già state recepite dall’Italia. Una legge attuativa è già stata votata dalla Camera dei deputati. Il progetto è stato analizzato e discusso in tre convegni a ranghi ristretti (20-30 esperti) che si sono svolti a Trento, Padova e Udine. Nel quarto, riassuntivo dei concetti recepiti nei precedenti, sono state poste le basi per dare contenuto a proposte da presentare all’ Unione europea per un adeguato finanziamento. Partendo dalle produzioni agroalimentari di un determinato territorio (vini nel nostro caso) si possono individuare un insieme di azioni coordinate fra i vari oggetti interessati che possono preservare e valorizzare il patrimonio ambientale e culturale delle aree sensibili ad alto valore paesaggistico. Per il raggiungimento di tali obiettivi potrà essere ricercata la collaborazione con enti di ricerca e di assistenza tecnica, pubblica amministrazione e governo locale, produttori e loro associazioni, consumatori.
Il bando del progetto nel quale inserire le proposte della Val di Cembra dovrebbe essere lanciato nel mese di settembre.
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