A don Luca e don Francesco, preti novelli, l'invito a non cedere alla “logica del gregge”
“Abbiamo bisogno come il pane di uomini e donne che ci liberino dalla dittatura della normalità, dalla logica del gregge, del “così fan tutti”. I discepoli di Gesù di Nazareth hanno, nel loro DNA, l’essere alternativi, decentrati, spodestati».
La voce vibrante del vescovo Lauro si è rivolta così sabato scorso ai due preti novelli della Chiesa trentina, Luca Tomasi, 25 anni, e Francesco Viganò, 26 anni, ai quali ha indicato la vita “eccentrica” di Giovanni il Battista: «Ben vengano queste vita eccentriche e antisistema”, ha spiegato monsignor Tisi, invitando a non cedere al pessimismo ma a cogliere questi “miracoli” che si compiono nella nostra Chiesa.
Il canto delle litanie dei santi eseguito dal coro della cattedrale arricchito per l’occasione dai coristi parrocchiali di Bleggio e Lomaso e dai cori giovanili di Ravina, Romagnano e Mattarello, ha raccolto in un'unica voce le famiglie dei preti novelli, le comunità di Godenzo Poia e Romagnano, circa 150 preti (fra i quali una decina dell'Infermeria del Clero) che dopo il vescovo Lauro e l'emerito Bressan hanno imposto le loro mani sul capo dei due nuovi confratelli, per poi abbracciarli al termine della grande preghiera di ordinazione. “Avete visto il loro sorriso? – ha sottolineato l'Arcivescovo – ricordateli sempre così sorridenti i vostri preti…”
Dall'omelia di Tisi l’invito alla Chiesa trentina a “non rimpiangere il passato” per essere, essa stessa, “eccentrica e non autocentrata” e “tornare al largo” dando vita a “comunità abitate da uomini e donne pacifici, pazienti, dal cuore grande, nutriti della Parola di Dio”.
Durante la Messa si è ricordato anche il diacono permanente Gianantonio Nodari, scomparso a Torbole all’età di 77 anni (vedi pag. 22).
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