L'arrivo è previsto per venerdì 30 giugno al santuario di San Romedio, la partenza è stata martedì mattina dal carcere di Spini di Gardolo. Sono cinque giorni di cammino lunghi una vita, in grado forse di aprirne un' altra. L'hanno chiamato “Cammino della misericordia” l'itinerario che cinque detenuti della Casa circondariale di Trento – con il permesso giustificato dalle autorità giudiziarie – stanno compiendo in questi giorni lungo gli itinerari nonesi del Cammino di Santiago.
Un bosniaco, un rumeno, un nigeriano, un gambiano e un afgano. C'è il mondo nel piccolo gruppo di persone – guidate dal cappellano delle carceri don Stefano Zuin e dai volontari degli “Amici del Cammino di Santiago” – che procede a passo lento lungo i sentieri del “Cammino Jacopeo d'Anaunia”, segnato sul terreno dalla caratteristica conchiglia.
“Stanno assaporando un po' di libertà, vivono un'esperienza davvero positiva finora”, il bilancio provvisorio di padre Stefano, comboniano, che ci tiene a ringraziare soprattutto gli “Amici del Cammino di Santiago” per la generosità con cui hanno progettato l'iniziativa.
Ma quando vi è venuta quest'idea? “La scintilla risale ancora a due anni fa – risponde Remo Bonadiman, volontario dell'Associazione “Amici del Cammino di Santiago” – quando parlandone con padre Fabrizio Forti si pensò di coinvolgere sul Cammino alcuni detenuti come gesto per l'Anno della misericordia”.
La morte improvvisa di padre Fabrizio ha interrotto il progetto che abbiamo potuto però riprendere e realizzare con il nuovo cappellano padre Stefano Zuin”.
Assieme a Walter Dusini e agli altri volontari, Bonadiman ha predisposto un’assistenza tecnica premurosa e discreta: dall’equipaggiamento adatto per i temporali di questi giorni ai pranzi al sacco con cui ristorarsi nelle sei o sette ore giornaliere di cammino. Per i pernottamenti l’ospitalità di oratori e canoniche ha finito per coinvolgere anche la comunitò, in particolare quella di Romeno. “L’invito è aperto a tutti, è stato diffuso anche dal nostro parroco don Mauro Leonardelli”, osserva Italina Fedrizzi, una delle volontarie gratificate dalla soddisfazione dei detenuti: “Hanno grande desiderio di parlare e possono farlo liberamente”.
Viene molto utile anche l'esperienza compiuta in Sardegna con tredici detenuti accompagnati da una Confraternita di Perugia da Ivana e Renzo Nardelli che in questi giorni fanno da cuochi della “spedizione”.
“In questi primi giorni di cammino in val di Non – racconta Bonadiman – li abbiamo visti molto felici. Alcuni di loro non uscivano da due o tre anni. Possono godere momenti di libertà che non solo li porta a contatto con la natura ma anche le bellezze che il territorio e il Cammino Jacopeo d'Anauniapropongono. Dialogano volentieri e allacciano rapporti che sperano un giorno, all'uscita dalla casa circondariale, di mantenere vivi. Parlando con loro si dicono sicuri che quest'esperienza li aiuterà anche in futuro”.
Hanno potuto visitare le testimonianze storiche come la “Casa dell'Acqua” di Fondo e religiose come il santuario della Madonna del Senale, gustando in modo particolare i momenti di comunità serale. “Tutti noi siamo contenti di vedere come godono di muoversi in compagnia di altre persone senza l'assillo di sentirsi rinchiusi e non poter vedere l'ambinete circostante. Continuano a dirci che ci sono riconoscenti e ricorderanno per sempre quest'esperienza”. Cappelle e capitelli, ma anche frutteti e campi ben coltivati, testimonianze d'arte e della laboriosità umana: “tutto nuovo per loro”, e forse è difficile capire. Ma quando più preme nell'esperienza un giorno sognata da padre Fabrizio e oggi realizzata è quel cammino personale che i detenuti di Spini stanno percorrendo: oltre le sbarre del loro passato, grazie ad una misericordia assaporata nell'incontro con gente che vuole loro bene e che “ha preparato la strada”.
Box: L'idea
Era stato il cappuccino padre Fabrizio Forti, ricordato con questa foto nella cappella del carcere di Trento, a ipotizzare questo pellegrinaggio qualche mese prima della sua improvvisa scomparsa.
Il cammino Jacopeo
Il Cammino Jacopeo d'Anuania è uno degli itinerari di lunga percorrenza che si sviluppa in val di Non ma appartiene all'estesa rete dei cammini verso San Giacomo di Compostela: una ricca tradizione tenuta viva dall'associazione nonesa.
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