I due sentieri che portano in cima, quello ripristinato è disegnato a destra della mappa
Come ormai succede da 52 anni, la prima domenica di luglio, la Sat di Mattarello organizza il ritrovo al Becco Ceriola, in Vigolana, anniversario della posa della croce. E sarà così anche il 2 luglio. Ma c’è di più. Quest’anno è un appuntamento speciale e molto sentito dai satini perché inaugura ufficialmente il nuovo sentiero 447 che sbuca poco dopo il Sass dell’Aquila.In sintesi, il programma prevede il ritrovo, alle 10, al culmine del sentiero per la cerimonia d’apertura. Dopodiché ci si sposterà in cima alla Ceriola, per assistere alla Santa Messa celebrata (alle 11 circa) da don Francesco Viganò che, nella parrocchia S. Leonardo di Mattarello ha trascorso il periodo di diaconato e quindi ha allargato la sua già ampia schiera di sinceri amici. Il ritrovo-festa continuerà per l’intero pomeriggio, ma nella località sottostante, dei Pradi Alti, per gustare il pranzo al sacco in compagnia.Nell’occasione dell’apertura del nuovo sentiero la sezione Sat di Mattarello presieduta da Luca Tamanini, ha inviato una lettera ai numerosi soci spiegando l’intervento. Fin dai primi anni Duemila, fa presente, il sentiero ha avuto bisogno di interventi per frequenti frane. Il sentiero 447 partiva all’ora alle porte del sobborgo, nei dintorni delle Fontanelle dell’Ors e proseguiva per inerpicarsi sul versante ovest nel profondo canalone del Rio Stanghet, fino a 1300 metri, punto in cui attraversava il canalone per riagganciarsi poi, vicino al Doredondo, al sentiero 446, che proviene anche da Mattarello.Quel ristretto tratto di canale fin dalle origini sempre attrezzato con cordini e staffe, necessitava quasi ogni stagione di un corposo intervento di ripristino a causa del dissesto provocato da valanghe e franamenti ricorrenti. “Nell’ultima circostanza – spiega Tamanini – i danni hanno superato le nostre possibilità di intervento soprattutto in termini di costi per il ripristino e per la messa insicurezza”.
Pertanto, dopo sofferta decisione, anche su consiglio della Commissione sentieri della Sat si decise di chiudere il sentiero definitivamente. “Come però spesso accade la pervicacia del nostro gruppo – osserva il presidente – non si rassegnò a perdere un tratto di sentiero, pur impegnativo per il dislivello, ma troppo significativo per la storia della Sezione e l’unico che copriva la vasta zona della Selva e così, con l’aiuto di anziani frequentatori della zona, abbiamo cercato una possibile alternativa”.
Nel 2013 sono partiti i primi lavori con squadre di volontari sul luogo per iniziare la ricerca delle tracce, sfruttando i passaggi adatti dove poter posare il miglior calpestio senza impattare pesantemente in quell’ambiente veramente selvaggio ed integro. In un paio di occasioni è intervenuto anche l’elicottero per trasportare in loco il materiale necessario, più scomodo e pesante (circa 10 quintali di pali e ferri). Circa 25 soci, di tutte le età, hanno collaborato alla realizzazione impiegando circa 1100 ore.
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