I ragazzi sono seguiti da 32 operatori in master tra esperti e psicologi dell’università, coordinati da Paola Venuti, responsabile di ODFLab e direttrice del Dipartimento. Per ogni ragazzo sarà stilata una scheda quotidiana per valutare i risultati delle terapie e i gradi di apprendimento.
“La stanza multisensoriale interattiva è composta da un insieme di videoproiettori multidirezionali, coordinati da un computer; l’operatore può destreggiarsi con 300 programmi interattivi e scegliere a seconda delle esigenze dei ragazzi”, ha spiegato Venuti. “Queste apparecchiature sofisticate aiutano gli ospiti a coordinare i movimenti e ad acquisire automatismi. I ragazzi possono entrare uno o due alla volta, perché possano imparare a interagire e a considerare l’altro. È l’unica sala multimediale presente nel Nord Italia, che può servire anche per altri interventi riabilitativi”.
Ci sono molti altri percorsi educativi personalizzati per lo sviluppo di abilità cognitive e sociali, per il miglioramento della qualità della vita. “Non abbiamo voluto guardare il lato economico, ma il meglio per i ragazzi ospiti della struttura e creare qualcosa che duri nel tempo”, ha spiegato durante un recente incontro il presidente della Fondazione trentina per l’Autismo, Giovanni Coletti, orgoglioso per questa struttura che ha ottenuto anche la certificazione ‘Platino’ per impatto ambientale e risparmio energetico. “Con quest’iniziativa abbiamo voluto dare respiro alle famiglie di questi ragazzi, che sono arrivate da diverse parti dall’Italia e possono farsi una meritata vacanza, mentre i loro figli fanno terapie riabilitative. Vogliamo fare rete con le famiglie per dare loro delle risposte. Ringrazio la dottoressa Venuti che ha trasferito il suo laboratorio da Rovereto a Coredo per 30 corsisti, per un tirocinio pratico, un master di primo livello. Tutto questo – ha concluso il presidente Coletti – può avere una buona ricaduta sul territorio e creare una filiera per le attività locali”.
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