Rispetto ai lavori e ai risultati della Convenzione altoatesina per l’autonomia, ecco la posizione espressa dal politologo Günther Pallaver. “Il lavoro della convenzione va suddiviso in una parte procedurale e in una parte che riguarda i contenuti”, osserva. “Per la procedura credo che il processo deliberativo, che oltre alla Convenzione comprende anche il Forum dei Cento, sia stato un’idea nobile. Gli open space, i workshop, la democrazia deliberativa in generale partono dal concetto 'Whoever comes is the right people'. Detto questo, constatiamo che la partecipazione è stata abbastanza asimmetrica. Per esempio sono poco presenti donne e italiani, mentre sono presenti in modo massiccio esponenti della destra di lingua tedesca. Questa configurazione non rispecchia la realtà sociale dell’Alto Adige”.
Per quanto riguarda i contenuti, Pallaver fa notare come alcuni temi importanti siano appena stati toccati e ritiene improbabile che si arrivi a presentare una bozza condivisa di riforma al Parlamento: “Si è discusso di molti temi, alcuni attuabili, altri no, oltre al fatto che alcuni ambiti importanti come la scuola sono stati appena toccati. Alla fine dei lavori avremo una lunga lista di proposte, in parte tra loro contraddittorie. Queste idee verranno discusse in Consiglio provinciale, poi si dovrebbe trovare un consenso con le proposte di riforma trentine. Già qui vedo scogli insormontabili. Bolzano vuol abolire la Regione, Trento non vuol saperne. Perciò non si arriverà a presentare una bozza comune di riforma costituzionale al Parlamento. Le riforme passeranno, come già adesso, attraverso le commissioni dei Sei e dei Dodici che potranno attingere ai documenti presentati a Bolzano e a Trento. Temo che il risultato operativo sarà deludente”.
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