Austria e Italia: amicizia solidissima

L’11 giugno del 1992 l’Austria certificò che l’Accordo di Parigi era stato attuato

Merano – “Oggi celebriamo la capacità di popoli europei di essere riusciti a superare le divisioni di un remoto passato, costruendo un’amicizia solidissima e dando concretezza ai valori di democrazia, pluralismo, tolleranza, tutele dei diritti individuali e collettivi che costituiscono tratto distintivo dello spirito che ci accomuna”. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è a Merano, negli ampi spazi del Kursaal, per celebrare i 25 anni della “quietanza liberatoria”, la dichiarazione con cui l’11 giugno del 1992 l’Austria certificò internazionalmente che l’Accordo di Parigi era stato attuato. Con lui il Capo di Stato austriaco Alexander Van der Bellen.

Mattarella ricorda, citando gli articoli 3 e 6, i principi costituzionali che hanno ispirato la creazione dello Statuto, definito “autentico modello di civiltà”, e la “predisposizione al confronto che ha consentito di tener fermo lo sguardo verso un obiettivo comune: tutelare le popolazioni locali inscrivendo il rispetto delle loro identità, la loro autonomia, nell’ambito del grande progetto di pace e integrazione del continente europeo”. Partendo dall’importanza del progetto del Tunnel di Base del Brennero, Mattarella sottolinea anche che “il Brennero è, per noi italiani come per gli amici austriaci, un emblema di vicinanza, interdipendenza e libera circolazione. L’impegno di noi tutti è che esso rimanga tale”.

Il Kursaal di Merano non è un luogo scelto a caso. Fu lì che nel 1969 Silvius Magnago riuscì a strappare ai suoi il sì al Pacchetto. Così gli anni Sessanta, che si erano aperti col ricorso austriaco davanti alle Nazioni Unite e con la Notte dei fuochi, si chiudeva con l’avvio della nuova fase, quella della seconda autonomia. L’attuazione della quale, peraltro, avrebbe richiesto un altro ventennio. Fu la caduta della Cortina di ferro e l’accelerazione del progetto europeo a dare nuovo impulso al percorso che condusse, nel giugno 1992, alla chiusura formale della vertenza.

A Merano gli interventi presidenziali sono aperti da Arno Kompatscher. Un discorso, il suo, equilibrato, a tratti severo, nelle conclusioni forse un po’ reticente rispetto all’attuale crisi di identificazione con l’Autonomia da parte di ampi settori della popolazione.

Uno sguardo sulla storia altoatesina anche nelle parole del Presidente austriaco Alexander Van der Bellen. 25 anni fa, dice, non tutti erano contenti della quietanza liberatoria, ma oggi l’autonomia dell’Alto Adige costituisce un esempio e un modello riconosciuto a livello internazionale, che ha permesso uno sviluppo del quale possono beneficiare tutti i gruppi linguistici. Per quanto riguarda il futuro “contiamo che l’Italia continui a perseguire le strada della condivisione con l’Austria”. Il presidente austriaco cita come un esempio positivo il raggiungimento dell’accordo finanziario e loda la cooperazione transfrontaliera nella cornice dell’Euregio. “Essendo nato a Kaunertal – conclude Van der Bellen – la questione altoatesina è una cosa che mi sta molto a cuore”.

La celebrazione comincia con la proiezione del film “Un lungo respiro” del regista altoatesino Andreas Pichler, è accompagnata dall’esecuzione degli inni nazionali di Austria e Italia e di quello europeo e si chiude a tarallucci e vino sotto il sole del giugno meranese.

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