La soddisfazione dell’assessora Stocker: “Economia provinciale in una fase decisamente positiva”
Bolzano – La crisi è ormai alla spalle? È quanto appare alla lettura dei dati pubblicati nel “Rapporto sul mercato del lavoro in provincia di Bolzano nel primo semestre del 2017”, resi noti nei giorni scorsi dall’assessora competente Martha Stocker, dal direttore della Ripartizione lavoro, Helmuth Sinn, e dal direttore dell’Osservatorio del Mercato del lavoro, Stefan Luther.
“Un altro ottimo semestre”, titola il rapporto, e riferisce che “nel periodo considerato (novembre 2016 – aprile 2017) è continuata con vigore la ripresa occupazionale che nel 2015 ha interrotto in modo chiaro il trend pluriennale precedente”. Il saldo è positivo in quasi tutti i settori, anche nell’edilizia che è stata per anni la principale fonte di preoccupazione. Altrettanto si può dire per i giovani per i quali si registra, ed è il secondo anno consecutivo, una crescita occupazionale. “Benché in seguito alla decontribuzione prevista dal Jobs Act siano stati firmati più contratti a tempo indeterminato del solito – prevalentemente trasformazioni di contratti già esistenti, soprattutto a fine anno –, l’effetto degli incentivi non riesce ad emergere nell’insieme di grande crescita occupazionale che si è realizzata soprattutto con contratti di lavoro a tempo determinato”. La performance positiva del mercato del lavoro si rispecchia nell’andamento “destagionalizzato” della disoccupazione, il cui tasso nell’arco di un anno è ulteriormente diminuito.
Evidente la soddisfazione dell’assessora Stocker: “Quella che emerge dal Rapporto è l’immagine di un mercato del lavoro e di un’economia provinciale in una fase decisamente positiva con un barometro che, per tutti i settori economici, fa registrare buoni risultati”. La crescita del 2,9 per cento dell’occupazione negli ultimi sei mesi è il frutto di una crescita complessiva dei vari settori con punte di eccellenza che riguardano ad esempio il turismo (più 7,3), l’edilizia (più 4,1), il commercio (3,2), le agenzie interinali (12,5), le attività professionali, scientifiche e tecniche (5,8). “Da rimarcare anche il fatto che il tasso di occupazione complessiva della forza lavoro tra i 20 ed i 64 anni ha raggiunto il 78,2 per cento, un livello molto vicino all’ambizioso obiettivo dell’80 per cento entro il 2020, che era stato fissato in una fase antecedente alla crisi economica”.
Analogamente soddisfatto Helmuth Sinn, direttore della Ripartizione lavoro, che pone l’accento sul ridimensionamento della disoccupazione provinciale che passa dal 3,9 per cento del 2016 all’attuale 3,7, con un tasso del 3,4 per cento per gli uomini e del 4,1 per le donne. “Il tasso di occupazione del 78,2 per cento – sottolinea Sinn – segna un sorpasso rispetto al Tirolo, dove la percentuale passa dal 77,9 del 2016 al 77,8 per cento attuale e un divario più marcato con la provincia di Trento dove il tasso di occupazione è del 71,4 per cento”.
Viene registrata una crescita significativa nell’ultimo semestre anche per quanto riguarda l’occupazione di lavoratori extra UE con un più 8,6 per cento. I Paesi di provenienza con il maggior numero di lavoratori sono rispettivamente la Romania (2.644), la Slovacchia (2.328) e l’Albania (2.084).
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