Tutti quelli che abitano nella zona vecchia del paese se lo ricordano bene. L’edicola votiva campeggiava sulla parete della casa proprio in mezzo all’incrocio tra via Terrasanta (chiamata così perché nel terribile incendio del 1916 fu l’unica parte di Castello a salvarsi) e via Colle.
Nel 1998 il Comune decise di acquistare l’edificio di proprietà della famiglia Moranduzzo per abbatterlo e realizzare un piccolo parcheggio in una zona dove i posti auto erano un problema. Due anni più tardi si procedette con l’abbattimento, ma prima si intervenne appunto per staccare il dipinto dal muro.
All’epoca la tecnica usata per togliere l’affresco era quella dello “stacco a massello”, segandone cioè i lati e il retro e togliendolo assieme all’intonaco e a una parte spessa circa 10 centimetri del supporto murario; dopo di che, sostenuto da robuste assi di legno legate con delle catene di metallo, è stato calato a terra. Tale tecnica si differenzia dallo strappo che invece permetterebbe di togliere un sottile strato di 2 o 3 millimetri riguardante la sola pellicola pittorica per mezzo di tele e di un collante speciale.
Il restauro è stato eseguito dalla restauratrice Enrica Vinante, e dai suoi collaboratori, con studio professionale a Trento. L’icona – 130 centimetri di altezza per 70 di larghezza – rappresenta un Crocefisso tra la Madonna Addolorata e l’apostolo Giovanni Evangelista, risalente probabilmente alla seconda metà del Seicento. Alla base quella che pare una massa sferica e che potrebbe rappresentare il teschio di Adamo.
L’autore è ignoto, ma da alcuni studi svolti dal professor Vittorio Fabris si può affermare che probabilmente era un modesto pittore provinciale, forse proveniente dal Veneto che svolgeva lavori in modo itinerante.
L’affresco sulla casa dei “Morandei” non è l’unico presente in zona. Infatti nelle vicinanze esistono molte altre immagini votive con vari soggetti sacri, alcune dei quali purtroppo in cattivo stato di conservazione. Data l’importanza di questi affreschi che sono gli unici sopravvissuti all’incendio del 1916 che distrusse il paese, l’amministrazione di Castello sta valutando la possibilità di avviare un un progetto di restauro.
Al momento le immagini sono state tutte fotografate e mappate e si sono presi i contatti con la Sovrintendenza per i Beni culturali per capire come procedere. Sarà un iter molto lungo che richiederà anche fondi cospicui, ma la volontà di salvare questo patrimonio artistico è forte sia da parte del Comune che della popolazione.
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