Il gruppo “Oltre le Vette” di Arco, organizza attività e gite in montagna per i diversamente abili. Il responsabile Ivo Tamburini: “Disabilità? Termine usato erroneamente. I ragazzi devono solo mettersi alla prova”
La disabilità è un concetto relativo: ognuno di noi è disabile rispetto a qualcuno di più dotato in qualcosa. “Se mi chiedessero di fare i cento metri a nuoto, sarei davvero disabile”, spiega Ivo Tamburini. “Disabilità è un termine usato erroneamente”. Tamburini è il referente della Sat di Arco per il gruppo “Oltre le Vette”, che organizza attività e gite in montagna per i diversamente abili. Tra queste anche l’arrampicata, con il corso che ricomincia in giugno, in collaborazione con la scuola di roccia Prealpi.
Non è la prima edizione, l’iniziativa è cresciuta con gli anni, incontrando un ottimo riscontro. “Abbiamo iniziato con 6 iscritti, ora sono 15, tra cui i non vedenti e i ragazzi di Prisma”, continua il responsabile Sat. “La gente è sempre più sensibile, e anche le famiglie possono notare che l’arrampicata fa crescere questi giovani, toglie le barriere e i limiti dati dalla consuetudine del quotidiano”.
Le prime volte questi ragazzi, un po’ impacciati come tutti coloro che non hanno mai toccato moschettoni, arrampicavano per due metri. “Oggi fanno tutta la parete di Baone o di San Martino, fa bene alla mente e al fisico”, dice illustrando i benefici di tale attività. Si sta lavorando molto in questo campo perché il giovamento è visibile. Per questo cerchiamo di riproporre il corso tutti gli anni”.
“I ragazzi devono solo mettersi alla prova – aggiunge – Quindi, in fin dei conti, cos’è la disabilità? Si tratta di risorse diverse, che non sanno nemmeno loro di avere. Limiti non ci sono, basta vedere questi ragazzi, che arrampicano per metri e metri”.
Di recente “Oltre le Vette” ha portato in grotta quattro non vedenti, per un’uscita speleologica emozionante: “Con il tatto loro “vedevano” e ci raccontavano le loro sensazioni. Noi mettevamo gli occhi e loro le mani, univamo i racconti e avevamo un’esperienza diversa e completa”, racconta Ivo.
Il 14 di maggio poi si svolgerà la manifestazione Sat Giocalp, a cui parteciperanno ragazzi dai 7 ai 14 anni di tutta la Provincia. L’idea di Oltre le Vette è di fare arrampicare insieme, a coppie, ragazzi non vedenti e ragazzi vedenti, e questi ultimi – bendati – impareranno cosa significa salire in parete senza avvalersi della vista.
“Poi ci sarà la 'cena al buio', quest’anno in collaborazione con l’istituto alberghiero di Varone – e ci sono state Vivicittà e il memorial Daria Morandi, abbiamo partecipato come gruppo, correndo o camminando non importa, per la socializzazione. Cerchiamo iniziative diverse per stimolarli sempre di più. Ad esempio nell’Alto Garda sono tanti i non vedenti ma è difficile convincerli ad uscire di casa, dal guscio”.
Per il futuro si sta lavorando a una nuova collaborazione con l’Unione Cicli di Trento per organizzare uscite con il tandem, per l’attività ciclistica con i non vedenti. “Abbiamo in realtà già messo insieme alcune attività del genere, e addirittura fatto guidare i non vedenti, con vedenti che facevano da navigatori, indicando destra o sinistra”.
Quest’estate Oltre le Vette farà un’escursione di due giorni in rifugio in Alto Adige con i disabili, per far provare loro l’esperienza della montagna. “Cresciamo sempre di più – conclude Ivo Tamburini – e vediamo la nostra crescita che va a pari passo con la loro”.
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