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Caso Itas. “La Società è certa che i fatti non mettano in discussione la solidità ed i valori fondanti di Itas Mutua e garantisce che le indagini in corso non hanno né avranno ripercussioni di alcun tipo sulle polizze stipulate dai suoi assicurati, poiché i fondi, oggetto dell’indagine, sono totalmente slegati dalla gestione delle polizze assicurative”. Questo il contenuto della nota diffusa ieri dalla compagnia assicurativa. “La Società – prosegue la nota – dichiara che il presidente non è mai stato oggetto di ricatto e/o estorsione. Il presidente ha appreso delle attività di ‘spionaggio’ messe in atto dal Ermanno Grassi solo leggendo l’ordinanza del Gip di Trento dei giorni scorsi ed attivato immediatamente una serie di controlli a tutela della società, dei soci e degli assicurati”.
Il presidente del Gruppo Itas, Giovanni Di Benedetto ha depositato in Procura a Trento una memoria in cui viene precisata la propria versione sui fatti al centro dell’indagine riguardante l’ex direttore del Gruppo Ermanno Grassi, indagato per truffa ed estorsione. Di Benedetto si dichiara “parte lesa, riservandosi di formulare al momento opportuno le richieste risarcitorie del caso nell’interesse di Itas”.
Al caso Itas è dedicato l’editoriale firmato dal nostri direttore Diego Andreatta sul numero del settimanale Vita Trentina, da oggi nelle edicole. “Forse ancora più che le scelte operative, diventa giudizio su ognuno di noi lo stile personale, il tenore di vita, quello praticato e perseguito. Non è vero che ognuno è padrone a casa propria. Nel bene e anche nel male è impossibile isolare la sfera dell’impegno pubblico da quel retroscena personale di interessi, passioni, frequentazioni e obiettivi che prima o poi affiora. Oggi il mettere in guardia da tentazioni grandi e piccole è una delle virtù forse più dimenticate”.
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