Guerra. Un'eco, una voce, un grido. Ma c'è un altro urlo a contrapporsi ad essa: quello della Pace. E proprio in questi giorni, in cui il mondo sembra dondolare pericolosamente su fragili corde dal precario equilibrio, su cui paure passate sembrano uscire dall'armadio in cui le avevamo riposte, facendosi nuove, ancora più spaventose e violente a causa del buio e dell'indifferenza che le avevamo dedicato, proprio in questi giorni padre Alex Zanotelli ha risposto all'invito del Comitato delle Associazioni per la Pace e i Diritti Umani di Rovereto e si è presentato al Monumento per la pace di Villa Lagarina, per dire, ribadire e riaffermare che l'unica madre è la pace, e non certamente una bomba.
Da anni il missionario comboniano si muove, con modalità nonviolente e dal forte sapore politico-sociale, per affermare che l'orrore della guerra va fermato. "Oggi, ora, subito. Non c'è tempo da perdere, non c'è spazio per l'indifferenza". Può certamente essere identificato con queste parole il motivo principale dell'intervento di martedì 18 aprile, ma non solo. Padre Zanotelli è chiaro: "Basta chiudere gli occhi! Basta rinunciare nel far valere i nostri diritti! Fermiamo la dilagante follia che risiede nelle menti di chi ci governa!".
Un intervento, quello di padre Alex, dai toni gravi, preoccupati e preoccupanti, a cui era presente una folla ben nutrita. E in essa risaltava la presenza di alcuni bambini. Accompagnati dai genitori erano troppo piccoli per capire, troppo puri, nella loro ingenuità, per rendersi conto di cosa l'uomo possa fare. Giocavano, sorridevano e correvano. Ma che futuro li aspetta? Potranno davvero continuare a giocare, sorridere e correre? O anche per loro toccherà il triste momento in cui correre diventerà scappare, sorridere diventerà piangere, e giocare diventerà lavorare? A loro come ad altri, per cui questo momento, invece, è già arrivato; a loro come ad altri sembravano essere diretti i primi pensieri di Zanotelli. Già, perché la pace non è una semplice condizione, ma è circolo virtuoso, è speranza, è un cantiere di vita. La pace è tutto. "E proprio in questa direzione – ha detto ancora Zanotelli – sembra essere diretto il papato di Francesco; una direzione indicata chiaramente, che però le Chiese locali stentano ad intraprendere, diffidano nell'insegnarla, errano nel perseguirla". Parole forti, certo, a tratti seguite da applausi convinti, a tratti colte con qualche riserva da chi ascoltava. Ma padre Zanotelli è questo, non conosce mezze misure, non vuole farsi corrompere o imbrigliare da questo "sistema malato". Ha un solo obiettivo nel cuore: la pace.
Facendo riferimento ai discorsi che Papa Francesco ha tenuto di fronte ai rappresentanti dei movimenti popolari per la pace, ha voluto esprimere tutta la propria preoccupazione, tutto il proprio impegno, tutto il proprio desiderio: “Perché abbracciare la croce, oggi, significa ribellarsi ad un mercato che impone le armi, significa rinunciare a questa vita che non ci fa bene, significa rinunciare, significa vivere: significa disarmarsi”.
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