In aumento le richieste di aiuto alla Caritas

Risalire la china significa, oggi più di ieri, traslare il fulcro dell’attenzione dalle cose alle persone, che sono la cifra dello stile della Caritas. Lo sintetizza con tono preoccupato il decano della Valle dei Laghi, Luigi Benedetti, accostandosi alla fotografia appena scattata, sfumata di grigio e purtroppo senza accenni di schiarimento, sulle richieste di aiuto sempre più frequenti in loco.
Di certo la cultura dominante dell’apparire, del potere e dello sperpero, non favorisce uno stile di vita improntato alla sobrietà e i primi a subirne gli influssi negativi sono tendenzialmente coloro che vertono in situazioni di debolezza. In questo scenario si innesta l’encomiabile sforzo profuso dai volontari del Centro di ascolto di Vezzano i quali si offrono come “accompagnatori credibili e competenti” all’interno di percorsi non preconfezionati seppure immancabilmente lastricati di relazione autentica, empatica e fraterna. Sì, perché il campanello d’allarme suonato tra i dieci mila abitanti della Valle dei Laghi interroga le coscienze e impone di riflettere sul da farsi. “Non c’è da stare tranquilli di fronte a tanto bisogno – avverte don Benedetti – anche se in questa valle vedo sensibilità e solidarietà che fanno ben sperare”.Alla porta della sua canonica, presso Cavedine, si bussa con maggiore frequenza in questi ultimi tempi. I motivi sono quelli che accomunano grossomodo tutte le famiglie schiacciate dal peso della crisi e non lasciano spazio a facili illusioni. Lo dicono nitidamente, al di là delle sensazioni, che pure contano, i dati snocciolati da Italo Poli, coordinatore della Caritas decanale da sempre in prima linea in attività a supporto dei bisognosi siano esse distribuzione di pacchi viveri, vestiario e mobilio, aiuti economici mirati, ascolto e accompagnamento ai servizi territoriali.

Poli ringrazia pubblicamente quanti hanno contribuito a diverso titolo ad “alleviare i molteplici problemi di singoli e famiglie” rivoltisi ai volontari del Cedas, importanti “antenne” dei bisogni emergenti del territorio. Per questa ragione le statistiche assumono un valore utile a dar voce ad affanni sovente latenti. “Crisi familiari, problemi di dipendenza da gioco e depressione si notano meno, ma non mancano affatto, e vogliamo dare risposte concrete, per quanto possibile”, rimarca il decano.

Dai dati aggiornati a gennaio di quest’anno si ricava il polso della situazione di un 2016 registrante 1.289 richieste di aiuto e 162 nuclei familiari in difficoltà segnalati dai Servizi sociali della Comunità di valle. Entrando nel dettaglio numerico: 491 pacchi viveri, 189 accessi al vestiario, 162 accompagnamenti a visite, 52 collaborazioni in cucina a Casa Giano, 37 trasporti di mobilio, 13 consegne alimenti per l’emergenza, 12 acquisti e consegna farmaci, il tutto grazie al frenetico lavoro dietro le quinte corroborato da una settantina di incontri di gruppo con associazioni e catechisti.

Sul versante contabile, tra le uscite rendicontate per un totale di 22.500 euro, la più cospicua concerne il pagamento di mutui e affitti (10.674 euro) seguita a distanza da quelle per utenze domestiche (3.054), assistenza (2.140), trasporto (1.428), farmaci (1.089) e alimenti (1.022). All’attivo figurano le offerte di privati cittadini (4.875) e quelle di associazioni e gruppi di volontariato (3.460) nonché ulteriori entrate per complessivi 23.361 euro che hanno permesso di attutire le asperità di chi lotta quotidianamente per sbarcare il lunario, superando la logica dell’assistenzialismo.

Perché la tipologia di utenza del Cedas rispecchia situazioni ad elevata criticità: non solo povertà intesa come indigenza economica e deprivazione materiale, ma pure casi di emarginazione sociale, fragilità interiore, tensione familiare diffusi a macchia d’olio. “Dobbiamo assumerci queste responsabilità, la Chiesa e la Caritas lo stanno facendo. Cerco di essere ottimista, mi aiuta a farlo il vedere sempre più coinvolgimento e solidarietà da parte dell’associazionismo laico”, incoraggia Poli.

Anche le locali amministrazioni comunali ci stanno mettendo del loro, ma guai ad abbassare la guardia.

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