Poli ringrazia pubblicamente quanti hanno contribuito a diverso titolo ad “alleviare i molteplici problemi di singoli e famiglie” rivoltisi ai volontari del Cedas, importanti “antenne” dei bisogni emergenti del territorio. Per questa ragione le statistiche assumono un valore utile a dar voce ad affanni sovente latenti. “Crisi familiari, problemi di dipendenza da gioco e depressione si notano meno, ma non mancano affatto, e vogliamo dare risposte concrete, per quanto possibile”, rimarca il decano.
Dai dati aggiornati a gennaio di quest’anno si ricava il polso della situazione di un 2016 registrante 1.289 richieste di aiuto e 162 nuclei familiari in difficoltà segnalati dai Servizi sociali della Comunità di valle. Entrando nel dettaglio numerico: 491 pacchi viveri, 189 accessi al vestiario, 162 accompagnamenti a visite, 52 collaborazioni in cucina a Casa Giano, 37 trasporti di mobilio, 13 consegne alimenti per l’emergenza, 12 acquisti e consegna farmaci, il tutto grazie al frenetico lavoro dietro le quinte corroborato da una settantina di incontri di gruppo con associazioni e catechisti.
Sul versante contabile, tra le uscite rendicontate per un totale di 22.500 euro, la più cospicua concerne il pagamento di mutui e affitti (10.674 euro) seguita a distanza da quelle per utenze domestiche (3.054), assistenza (2.140), trasporto (1.428), farmaci (1.089) e alimenti (1.022). All’attivo figurano le offerte di privati cittadini (4.875) e quelle di associazioni e gruppi di volontariato (3.460) nonché ulteriori entrate per complessivi 23.361 euro che hanno permesso di attutire le asperità di chi lotta quotidianamente per sbarcare il lunario, superando la logica dell’assistenzialismo.
Perché la tipologia di utenza del Cedas rispecchia situazioni ad elevata criticità: non solo povertà intesa come indigenza economica e deprivazione materiale, ma pure casi di emarginazione sociale, fragilità interiore, tensione familiare diffusi a macchia d’olio. “Dobbiamo assumerci queste responsabilità, la Chiesa e la Caritas lo stanno facendo. Cerco di essere ottimista, mi aiuta a farlo il vedere sempre più coinvolgimento e solidarietà da parte dell’associazionismo laico”, incoraggia Poli.
Anche le locali amministrazioni comunali ci stanno mettendo del loro, ma guai ad abbassare la guardia.
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