“Si tratta di un progetto che ha l’obbiettivo di far comprendere ai giovani, e non solo, il valore dell’unità nella diversità delle Giudicarie; un territorio molto articolato, della cui ricchezza ambientale e umana spesso chi vi vive non si rende conto. Con questo lavoro vogliamo che i giudicariesi si conoscano un po’ di più”, ha commentato soddisfatto il vicepresidente e assessore alla cultura della Comunità Roberto Bombarda che ha convintamente voluto questo progetto, assieme al vice dirigente dell’Istituto “Lorenzo Guetti” Claudio Pucci e dalla referente del progetto per la scuola Antonella Moratelli.
Un lavoro partito la scorsa primavera con l’estrazione a sorte di ventinove tasselli nei quali era stato idealmente diviso il territorio delle Giudicarie.
I ragazzi, guidati dagli insegnanti Antonella Moratelli, Renato Paoli, Silvano Bonomi, Susanna Mittempergher e Paola Ferrari dovevano quindi riempire quello spazio vuoto attraverso la ricerca delle dominanze che definiscono ad ogni livello ogni piccolo ambito in cui appunto erano state divise le Giudicarie.
Cosa che gli studenti concretamente hanno fatto impostando in piccoli gruppi la ricerca sui lati ambientali, sociali, economici, storici caratteristici di ogni zona indagata e componendo materialmente un tassello in 3d dove hanno infine reso quanto acquisito.
Non solo. Sabato scorso i ragazzi hanno poi per singoli gruppi presentato quanto elaborato a scuola alle autorità, al pubblico e ai propri compagni presenti, attraverso una breve relazione sulle peculiarità che contraddistinguono ogni area ricercata, dimostrando una profonda conoscenza di quanto andavano esponendo e perfino una certa sicurezza oratoria che ha piacevolmente sorpreso gli spettatori presenti.
“Questo lavoro ci ha dato grande soddisfazione perché questo concerto di partecipazione all’inizio non sembrava semplice da attuare”, commenta l’animatrice culturale, documentarista e coordinatrice del progetto Roberta Bonazza. “In realtà il percorso di ricerca che i ragazzi hanno fatto a scuola con i loro insegnanti e poi di trasposizione sulle tessere del mosaico ha portato a galla la densità di significati e la bellezza di ogni frammento delle Giudicarie”.
Proprio su questo insiste Bonazza, che sottolinea come sia stata vinta la scommessa che i ragazzi avrebbero saputo dimostrare come ogni tassello del territorio locale avesse dentro qualcosa di significativo anche per tutti gli altri. “A qualche gruppo di studenti può esser capitato per estrazione magari un tassello considerato marginale o che nella narrazione delle Giudicarie non veniva espanso nella sua forza intrinseca. Ma i ragazzi – ha concluso – hanno saputo trovare valori in ogni frammento”.
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