L’umanità salvata

La vicenda del cardiochirurgo Tammen Youssef raccontata nell'ambito del progetto #OP17 sul lago di Molveno

C'è qualcosa di inviolabile e sacro, sempre, indipendentemente da razza, lingua, religione. La vita umana. Ma quando si tratta di curare il figlio di chi ha ucciso tuo fratello, non è in gioco solo la fedeltà al giuramento d'Ippocrate: salvarlo significa salvare la tua umanità e riconoscere il valore della vita dell'altro al di sopra di ogni barriera, confine, ideologia. Spiazza la naturalezza con cui il cardiochirurgo siriano Tamman Youseff ha raccontato la sua storia, confluita nel libro scritto dal giornalista Giovanni Terzi, "Shukran. Ti salverò" (Imprimatur editore 2016), presentato a Trento insieme all'autore, ad Alessandro de Bertolini, ricercatore della Fondazione Museo storico del Trentino e all'artista Luca Lagash lunedì 10 aprile nell'ambito del progetto culturale Dialoghi #OP17 Special Edition alle Gallerie di Piedicastello.

"Certi incontri non sono casuali e la vicenda di Youseff, cardiochirurgo dell'Associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo onlus, doveva essere raccontata", ha esordito Terzi introdotto dal saluto di Paolo Grigolli, direttore tsmSMTC – Scuola di management del turismo e della cultura. "Durante la guerra civile, alcuni terroristi hanno ucciso uno dei suoi fratelli e Youseff, poco tempo dopo, ha operato il figlio di uno di loro, scelta dettata da una passione per la vita che mi ha colpito: pur sapendo chi era e che potrebbe diventare un bambino soldato, il suo obiettivo era salvare quel ragazzino".

Nel 1992, quando la cardiochirurgia pediatrica era agli albori, Youseff andò al Cairo per conoscere il professor Alessandro Frigiola, presidente dell'Associazione, e insieme a lui riuscì poi a trovare i fondi per costruire il Centro di Cardiochirurgia Pediatrica di Damasco, inaugurato nel 2011 e attivo nonostante la guerra e l'embargo. "La nascita di un bambino è fonte di speranza: è il messaggio che i Magi annunciano dopo la nascita di Gesù. Quando un bambino nasce con una malformazione al cuore, puoi dargli l'opportunità di guarire se lo operi al momento giusto. Operare quel bambino – ha detto con semplicità il medico siriano – è stata una scelta ovvia".

"Sono andato in Siria – ha raccontato Terzi – e visitando l'ospedale ho visto medici e infermieri di ogni confessione religiosa che hanno come unico scopo salvare la vita di bambini malati. Il livello di competenza professionale unito alle risorse tecnologiche è pari a quello di un centro italiano, ma tutti gli sforzi per garantire le cure possono essere vanificati a causa dell'embargo occidentale che blocca l'arrivo dei farmaci, perciò può succedere che i medici operino con successo un bambino ma poi questi muoia perché, mentre è in rianimazione, finisce l'ossigeno".

Il libro, che diventerà anche un film, nasce per raccontare la storia di Youseff e trasmettere la fiducia nella speranza che si possano rimarginare le ferite del corpo e dello spirito ma, nelle intenzioni dell'autore, vuole essere anche un contributo alla conoscenza di ciò che accade realmente in Siria e un invito a informarsi più accuratamente rispetto alle notizie false, funzionali a giochi di potere, che ci vengono date. "L'embargo uccide più dell'Isis, i ribelli sono solo il 10%, l'unità nazionale sopravvive – ha aggiunto il medico siriano -; in Siria i bambini vengono uccisi dalle bombe, in Occidente ci si allontana dalle radici umane puntando sull'avere e non sull'essere, manipolando le notizie e uccidendo il futuro con l'indifferenza".

"Shukran" significa grazie, ed è la parola che la madre del bambino salvato ha rivolto al chirurgo. Il suo è stato un gesto rigenerante che ben si coniuga con il senso del progetto #OP17 riguardante lo svuotamento del lago di Molveno, avvenuto per consentire la manutenzione degli impianti per la produzione di energia idroelettrica. Una situazione negativa per l'immagine del territorio diventata poi occasione di rinascita attraverso la creazione di un'opera artistica al suo interno, come hanno spiegato de Bertolini e Lagash (www.op17.it).

Un lago senz'acqua richiama l'immagine del corpo di un bambino cardiopatico quando è operato: il cuore viene temporaneamente fermato, il flusso di sangue "deviato" verso vasi artificiali e, una volta riparato il piccolo cuore, si ristabilisce la normale circolazione dei fluidi che lo restituisce alla vita. Una ferita ricucita, fonte di rigenerazione umana, come insegna l'esperienza di Youseff e dell'Associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo, e culturale come quella che permette alla comunità di Molveno di riappropriarsi della propria identità tornando a nuova vita dopo l'intervento "al cuore" del lago che lo restituirà profondamente rinnovato.

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