Dopo il convegno di due anni fa nel centenario della nascita, la figura poliedrica di Giovanni Gozzer, pedagogista e dirigente scolastico trentino (1915-2006), è ritornata all'attenzione del mondo culturale trentino nel mese scorso con la presentazione del volume che raccoglie gli atti di quel convegno, promosso dall'Ufficio Beni archivistici e librari e dall'Archivio provinciale.
I curatori, Quinto Antonelli e Roberta G. Arcaini, hanno recuperato e riorganizzato in base alle fonti d'archivio i contributi sull'insegnante e provveditore, sulle relazioni familiari del pedagogista, sull'impegno civile e la responsabilità amministrativa svolta anche a livello nazionale in campo scolastico.
Il direttore del Museo Storico di Trento, Giuseppe Ferrandi, ne racconta il ruolo nel sofferto secondo dopoguerra come presidente del CNL (Comitato Liberazione Nazionale) di Trento, anche in rapporto alle vicende dei fratelli Giuseppe e Vittorio, ripercorse anche da don Giuseppe Grosselli nel suo volume “Fuochi accesi” (Vita Trentina Editrice) sulla resistenza cattolica in Trentino.
Oltre che dall'intervista rievocativa realizzata dal giornalista Paolo Tessadri, lo stile autorevole e sapiente di Giovanni Gozzer emerge anche dai racconti di un suo studente, Vincenzo Passerini, e dai ricordi di Livio Pranzelores, pure allievo di Gozzer e oggi appassionato difensore della sua memoria.
Questo testo rilancia l'attenzione su questa personalità “molto nota in molti circoli di addetti ai lavori ma non sufficientemente valorizzata” – come nota Marcello Bonazza, presidente della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche – “che ha attivamente cooperato alla costruzione dell'Italia repubblicana e democratica in una dimensione al tempo stesso territoriale e nazionale”.
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