Trento lunedì 27 marzo sconvolta dall'uccisione in un appartamento alle Albere di due bambini da parte del padre che poi si è tolto la vita
È stato un gesto di violenza “sorprendente e disperato” – così lo hanno definito gli stessi magistrati – quello che ha sconvolto la città nella mattinata di lunedì 27 marzo. In un appartamento nel quartiere Albere due bambini di 2 anni e mezzo e 4 anni, Marco e Alberto, sono stati uccisi dal papà Gabriele Sorrentino, 44 anni, ex carabiniere e operatore finanziario, che si è poi tolto la vita buttandosi dalla terrazza di Sardagna.
A trovare i corpi senza vita dei figli è stata la mamma Sara Failla, informatrice farmaceutica, rientrata a casa per ora di pranzo. Accanto a lei, piange i fratellini e il papà la primogenita, che si trovava all'estero per un soggiorno scolastico.
Fin dalle prime ore gli inquirenti hanno orientato le indagini sulla pista delle difficoltà di tipo finanziario – probabilmente nascoste ai famigliari in cui l'uomo si trovava a seguito della sua attività finanziaria. Non ha lasciato alcun messaggio e non risulta vi fossero tensioni con la moglie.
La vicinanza della comunità si è espressa con le parole del vescovo (vedi a parte), del sindaco Alessandro Andreatta (“Trento esprime la vicinanza alle persone che restano di quella famiglia, con la disponibilità di restare loro accanto nelle forme che vorranno comunicarci”) e anche con la presenza del parroco di San Giuseppe don Rodolfo Pizzolli che in un'intervista a radio Trentino inBlu ricorda: “Dobbiamo ritornare a mettere il dono e l'amore al centro come elementi che realizzano varamente la vita delle persone”.
Nei prossimi giorni ci sarà – in forma strettamente privata – la sepoltura dei due piccoli e di Gabriele Sorrentino, mentre si stanno valutando iniziative di solidarietà nei confronti dei parenti.
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