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Incredulità e sgomento nella comunità trentina per l’agghiacciante tragedia familiare che si è consumata ieri mattina nel moderno quartiere delle Albere di Trento progettato da Renzo Piano. Un gesto incomprensibile, atroce, innaturale. Davvero difficile comprendere e ancor meno accettare le ragioni che hanno portato Gabriele Sorrentino – 44 enne operatore finanziario descritto come un padre modello – a colpire a morte i due figli di 4 e due anni e mezzo per poi togliersi la vita gettandosi nel vuoto in dirupo poco sopra l’abitato. Scampata al folle gesto la figlia adolescente in gita scolastica.
“Una tragedia che con il suo indicibile dolore toglie il respiro” osserva il vescovo di Trento mons. Lauro Tisi invitando la comunità ad essere unita.
La pista principale che seguono gli inquirenti è di tipo finanziario. Gli investigatori stanno passando al setaccio i suoi conti. Si era indebitato e aveva ricevuto lo sfratto per morosità Gabriele Sorrentino, ad insaputa della moglie, forse alcuni investimenti erano finiti male. I soldi per riscattare l’attico in affitto oltre un milione di euro non c’erano.
Il tragico evento rispecchia “una società che predilige il profitto a scapito del valore dell’amore” commenta don Rodolfo Pizzolli delegato per la pastorale sociale e del lavoro
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