Quel giovane prete del Mato Grosso

Il 18 marzo 1997 padre Daniele Badiali, missionario italiano in Perù, veniva assassinato dopo essersi offerto al posto di un’altra persona in un rapimento.

Per la prima volta la vicenda di questo missionario faentino, di cui è in corso la causa di beatificazione e che è noto anche nei gruppi trentini dell’OMG attivi soprattutto nelle Giudicarie, è ricostruita nella biografia «Vado io». Con i poveri delle Ande per incontrare Dio. Missione e martirio di padre Daniele Badiali (pp. 160, euro 14, in libreria dal 17 marzo) scritta dal giornalista Gerolamo Fazzini.

Una figura molto «moderna», quella di Badiali, nato in provincia di Faenza nel 1961, in missione in Perù dal 1991 con l’Operazione Mato Grosso, l’associazione giovanile fondata nel 1967 dal salesiano padre Ugo De Censi per la solidarietà con i poveri dell’America latina.

Moderna è la scelta dei poveri come orizzonte di vita da parte del giovane Daniele, figlio di una famiglia contadina romagnola, «conquistato» dall’esperienza del Mato Grosso attraverso il lavoro gratuito come i campi di servizio per raccogliere denaro per i poveri o il soccorso ai terremotati del Friuli nel 1976.

Altrettanto «moderna» – come rileva Luigi Accattoli nella prefazione – è la ricerca spirituale di Daniele, che, pur da sacerdote, vive un’autentica e travagliata domanda di Dio, attraversando momenti di dubbio e incertezza nella fede. In Perù Badiali si dedica all’azione pastorale, all’educazione dei ragazzi e dei giovani, alla carità. Vive da vicino il dramma dell’uccisione di alcuni missionari in Perù per mano dei terroristi di Sendero luminoso, come Giulio Rocca, laico del Mato Grosso e di altri missionari. Ciononostante, insieme agli altri volontari, decide di restare. La sera del 16 marzo 1997 p. Badiali viaggia su una jeep tra il santuario di Pomallucay e San Luis: un uomo blocca l’auto e chiede un passeggero in ostaggio per ottenere un riscatto in denaro. Vuole una donna, prende Rosamaria Picozzi, ma padre Daniele la ferma: «Tu rimani, vado io». Due giorni dopo viene ritrovato il suo corpo senza vita.

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