Il mondo dell’economia ne intuisce le conseguenze e protesta. Come ha fatto Christian Pfeifer
Bolzano – Alto Adige esperienza modello o terra di intolleranze intramontate? L’immagine del Sudtirolo che vaga per la Penisola oscilla tra due estremi. Si aggiunga la convinzione che l’autonomia trentino-altoatesina sarebbe un privilegio possibilmente da abolire ed ecco che lo scenario si fa intricato. Che campagne come quella sulla toponomastica bilingue non giovino al buon nome della provincia di Bolzano e della sua popolazione è chiaro a molti. A scuotere la testa è in particolare il mondo dell’economia che ne intuisce le conseguenze. La settimana scorsa Christian Pfeifer ha pubblicato sul giornale che dirige, la “Südtiroler Wirtschaftszeitung” (SWZ) una “lettera aperta agli italiani”, nella speranza che essa possa essere diffusa il più possibile. Gli diamo volentieri una mano.
“Cari italiani”, scrive, “noi altoatesini di lingua tedesca abbiamo fatto brutta figura. O meglio, ce l’ha fatta fare la politica. Ma vi racconto l’altra verità”. Pfeifer fa riferimento alla trasmissione di Raiuno, “L’Arena”, che ha recentemente messo in scena un Sudtirolo inesistente, chiamando a parlare di toponomastica solo esponenti dei partiti di destra.
“Invitando l’agitatore Cristian Kollmann e vendendolo come un nostro rappresentante politico ‘importante’, la trasmissione è stata impostata – consapevolmente o inconsapevolmente – per riscaldare tutti i pregiudizi che molti di voi nutrono nei confronti di noi altoatesini di lingua tedesca”. “Vi dirò”, dice Pfeifer, “che Kollmann ha racimolato miseri 897 voti alle ultime elezioni provinciali ed i sudtirolesi di lingua tedesca sono circa 320.000. La pensiamo come lui?”
Perché voler cancellare i toponimi italiani, si chiede il direttore del settimanale economico? “Mi vergogno di questa storia sciagurata della toponomastica, e so che sono numerosi gli altoatesini che si vergognano come me. Sì, è vero, il partito di maggioranza SVP con l’aiuto del PD ha cercato di cancellare qualche toponimo italiano. Non importa che si tratti solo di una manciata di nomi. Come tanti altri altoatesini di lingua tedesca, io mi chiedo: ma perché cancellare questi toponimi, se – come sottolinea la SVP – tanto non sono in uso? Perché andiamo a suscitare il vostro malumore – anzi, perché va a suscitarlo la politica – per qualcosa che non ci cambia la vita? È ovvio che questa polemica diventi un assist perfetto per chi vuole nutrire pregiudizi”. “È ovvio che poi ci chiamate un ‘popolo ingrato che incassa i soldi e odia l’italiano’, anche se è una panzana: primo perché l’Alto Adige contribuisce al debito italiano con più soldi di quanti ne riceva dallo Stato (lo dicono i numeri!), secondo perché in tanti tifiamo Italia – magari non Kollmann, magari non tutti”.
Conclude Pfeifer: “Uno è la politica. L’altro siamo noi altoatesini di lingua tedesca. In questioni come la toponomastica la politica è distante anni luce da noi cittadini”. “Quindi, ignorate i provocatori! Magari invitate me in studio! Vi racconto l’Alto Adige vero”.
Brutta figura da parte della politica altoatesina, ma anche del servizio pubblico televisivo nazionale.
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