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Oggi 21 marzo, primo giorno di primavera, si celebra la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, promossa dall’Associazione Libera, fondata da don Luigi Ciotti.
“Luoghi di speranza e testimoni di bellezza”: è il tema della giornata, che richiama l’importanza di coniugare la cura dell’ambiente e dei territori in cui viviamo con l’impegno per la dignità e la libertà delle persone.
In numerose città italiane, tra cui anche Trento e Bolzano, oggi vengono letti i 900 nomi delle persone che hanno perso la vita nella lotta contro le mafie.
“La mafia è ancora presente – ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella sua visita a Locri di domenica scorsa. – Controlla attività economiche, legali e illegali, tenta di dominare su pezzi di territorio, cerca di arruolare in ogni ambiente. I mafiosi non hanno senso dell’onore o del coraggio. I loro sicari colpiscono con viltà persone inermi. Vendono la droga, inquinano campi e acqua, contaminano alimenti e medicinali, incendiano boschi, devastano risorse ambientali. Le mafie, non risparmiano nessuno. Per questo motivo, la lotta alle mafie riguarda tutti. Lottare contro la mafia – ha detto – non è soltanto una stringente e doverosa esigenza morale e civile. É anche una necessità per tutti: lo è, prima ancora che per la propria sicurezza, per la propria dignità e per la propria libertà”.
A Locri numerosi messaggi di solidarietà a don Ciotti sono giunti da tutta Italia dopo le scritte ingiuriose trovate ieri sui muri del Vescovado, su una scuola media e al centro di aggregazione giovanile, all’indomani della visita del Capo di Stato.
Sentiamo Chiara Simoncelli, referente dell’Associazione Libera per il Trentino-Alto Adige. (ascolta qui sotto)
Nel capoluogo trentino questo pomeriggio si terranno incontri di approfondimento: alle 14 al Centro per la formazione alla solidarietà internazionale si discuterà di gioco d’azzardo; alle 17.30 al Dipartimento di Sociologia è in programma l’incontro “Non schiavi ma esseri umani”. A Bolzano stamani al teatro Cristallo è intervenuta la magistrata Franca Imbergamo, oggi pubblico ministero presso la Direzione nazionale antimafia, che ha rappresentato l’accusa nel processo di primo grado per l’omicidio di Peppino Impastato, giornalista e attivista siciliano, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978 a Cinisi, per ordine del boss mafioso Gaetano Badalamenti.
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