Fortuna che l’allenatore di Toto Forray, capitano dell’Aquila Basket, è Maurizio Buscaglia. Se infatti il cestista argentino avesse avuto come coach un paio dei bambini ospitati al Villaggio Sos nel parco di Gocciadoro avrebbe dovuto raccomandarsi l’anima alla dea della fatica. I ragazzini, infatti, gli hanno sì fatto gran festa ma lo hanno anche “costretto” ad un’infinita serie di tiri a bella distanza verso un canestro malandato e beffardo: la palla accarezzava il cerchio, ma non c’era verso.
Toto si è prestato e si presta, così come tanti altri campioni dell’Aquila Basket. E in allegria ne ha fatto un punto d’orgoglio, pur senza fare punti, per accontentare i bambini entusiasti della sua presenza. L’Aquila Basket ha portato zainetti, materiale scolastico e palloni, ma il dono più gradito è stata certamente la disponibilità del campione a divertirsi con alcuni piccoli e scatenati fan.
Lo hanno accompagnato in visita alle casette del villaggio di una solidarietà che vanta decenni di attività discreta ma importantissima nel campo dell’assistenza ai giovani di famiglie disgregate e in difficoltà. Lo hanno ascoltato quando Toto ha lasciato il suo messaggio semplice e istruttivo di fiducia: gavetta, impegno, voglia di emergere, modestia. Un bel momento per il Villaggio diretto con enorme passione da Giovanni Odorizzi.
Un’occasione di promozione per una realtà che negli anni ha saputo adeguare i propri servizi senza mai smarrire la missione di vicinanza e di aiuto concreto ha chi ha bisogno. E che, come tutte le realtà di assistenza e di solidarietà, si trova fare i conti con le difficoltà delle crisi che crescono e propongono una gamma di povertà sempre più ampia e diversificata che spesso inciampano nella burocrazia e nella lentezza con cui le leggi affrontano i bisogni, complicandoli.
Ma tutto questo non ferma il lavoro del Villaggio Sos. Un lavoro che meriterebbe tuttavia più attenzione pubblica per favorire quel radicamento e quel dialogo con la città che ha dimostrato di meritarsi in decenni di attività dalla parte dei bisogni.
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