Orientown, una città molto particolare, è in mostra fino al 31 marzo nell’aula magna della scuola ladina a Pozza. L’iniziativa è di un gruppo di lavoro partito cinque anni fa e che ora abbraccia sempre più studenti e docenti dei Licei di Fassa.
Lungo le strade di “Orientown, la Città dei sensi”, i visitatori saranno condotti alla scoperta di particolarità e curiosità sulla vista, il tatto, il gusto, l’olfatto e l’udito. Avranno poi modo di riflettere su come le nuove tecnologie e l’arte possano permettere a ciascuno di orientarsi sul nostro pianeta e nello spazio.
Nel pomeriggio di lunedì 13 marzo nella “sala grana” dell’Istitut Cultural Ladin, c’è stata l’inaugurazione ricca di sorprese. Oltre alla capacità dei ragazzi di coinvolgere con immagini e simpatiche trovate, la scuola aveva invitato due personaggi molto particolari: Ferdinando Ceccato della cooperativa Irifor di Trento e Armando Padulla, dell’associazione trentina Abc onlus.
Dopo una mattinata trascorsa nelle aule per rispondere a mille domande dei ragazzi, i due testimoni hanno partecipato di buon grado al confronto con una numerosa e attenta platea di studenti, docenti e genitori. Nonostante una malattia subdola lo avesse lasciato al buio a soli 18 anni, Ferdinando Ceccato non ha mai mollato. “Mi sento realizzato, e non ho rimpianti. La mia esistenza – ha detto – è piena. Ho una moglie, due figli, un lavoro e tanti interessi”.
Armando Padulla, invece, è arrivato con una giovane interprete capace di tradurre nel linguaggio dei segni i vari interventi. Ha incantato la platea con un eloquio privo di tono, ma comprensibilissimo, prova concreta che la volontà di superare l’ostacolo comunicativo porta a risultati straordinari. Entrambi hanno testimoniato il desiderio di vivere pienamente nella società “perché – hanno detto – non esistono ciechi e sordi ma solo persone che hanno problemi di vista e udito”.
Per l’occasione era presente nel piazzale della scuola una maxi roulotte attrezzata a “Bar al buio” itinerante. Un ambiente che ha permesso ai visitatori di vivere una realtà sconosciuta, il buio appunto, sperimentando la privazione della vista e al contempo scoprendo la forza e il piacere derivanti dagli altri sensi. I visitatori della “Dark on the road” sono stati serviti nella più completa oscurità da camerieri non vedenti e ipovedenti, che li hanno guidati, con puntuali riflessioni, a vivere il mondo circostante senza il senso della vista e sviluppando gli altri canali percettivi.
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