Come stanno i nostri settori giovanili? Se n'è discusso lunedì scorso ad Arco, durante un incontro organizzato a corollario del torneo “Beppe Viola”
Atalanta, per il secondo anno di fila. La squadra che ha vinto la quarantaseiesima edizione del torneo “Beppe Viola” di Arco è la bergamasca allenata da mister Brambilla, una vittoria che conferma la società quale vera Accademia del calcio giovanile italiano. È bastato un gol di Fanti per sconfiggere i temibili rivali del Partizan Belgrado, club che vanta un settore giovanile rinomato a livello internazionale.
Ma come sta il calcio giovanile italiano, ossia il calcio del domani con i suoi futuri campioni? Il tema è stato affrontato in un convegno che si è svolto a corollario della manifestazione sportiva. Lunedì pomeriggio, al Casinò municipale di Arco, si sono confrontati vecchie glorie e giornalisti sportivi. C’erano Giancarlo Antognoni, Pietro Fanna, Domenico Volpati, Paolo Condò, Carlos Passerini, Luca Bianchin, il blogger mFrancesco Federico Pagan, Drazen Bolic, i due allenatori finalisti del torneo mZarko Lazetic (Partizan) e Massimo Brambilla (Atalanta), e infine il tecnico del ChievoVerona Rolando Maran, votato dai partecipanti al “Beppe Viola” come “Allenatore dei sogni 2017”.
L’incontro si è svolto sotto l’insegna di un titolo esaustivo: “Calcerò, futuro imminente di un verbo che affascina ancora le giovani generazioni”. Così è stato anche per Andrea Pinamonti, talentuoso diciottenne originario della Valle di Non che di recente ha esordito in serie A con la maglia dell’Inter. La serata, condotta dal giornalista Leo Turrini, ha visto sul palco anche Massimo Pinamonti, il padre del giocatore, che ha riportato la propria esperienza in qualità di genitore di un giovanecampione.
“Io sono solamente un papà – ha detto – e come avviene per ogni genitore, avere un figlio giovane che vive lontano da casa può rappresentare soddisfazioni, ma anche un po’ di apprensione. Considerando soprattutto che mio figlio era un ragazzino cresciuto in una piccola valle e proiettato poi nella grande città, prima a Verona nel Chievo per cinque anni, ora a Milano”. La priorità resta però lo studio, ha spiegato ancora il papà del numero 99 nerazzurro, che durante questa stagione ha fatto il suo esordio in Europa League e in serie A.
Non è facile, per gli atleti, conciliare impegni agonistici e carriera scolastica. Ma c’è chi ce l’ha fatta, così come Domenico Maran, ex campione d’Italia con il Chievo che si è laureato in Medicina ed è diventato dentista studiando tra una partita e l’altra. “Il massimo sarebbe avere un figlio campione e laureato – ha confermato Pinamonti – ma le regole secondo me importanti e che in famiglia abbiamo cercato di passare sono il comportamento corretto e l’umiltà: bisogna andare avanti tenendo la testa bassa e i piedi per terra. È fondamentale poi che i genitori facciano i genitori, non gli allenatori, perché sul fronte della tecnica ci sono già i tecnici”.
Poche regole chiare sono anche quelle spiegate dall’allenatore della vittoriosa Atalanta, Massimo Brambilla: “Il segreto del modello Atalanta? Cercare e trovare i giocatori che hanno abilità tecniche sopra la media e poi educarli in maniera esemplare: è un segno distintivo dei nostri giocatori”.
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