Borgo Valsugana, ore decisive per le acciaierie del gruppo Leali Steel

Le acciaierie di Borgo
Sono ore decisive per conoscere il futuro del gruppo Leali Steel e dello stabilimento di Borgo. Diverse le offerte sul piatto, una di carattere finanziario (Mosteel srl), le altre di tipo industriale tra cui le Acciaierie Venete che hanno messo gli occhi sul sito produttivo valsuganotto.È quanto emerso dal recente incontro in Tribunale. Da tempo la proprietà ha chiesto il concordato, provvedimento che, però, è a rischio revoca. Al commissario giudiziale Pasquale Mazza è stato chiesto di presentare il piano di ristrutturazione e le controdeduzioni a quanto accertato dal Tribunale in merito alla procedura concordataria.

I 106 addetti di Borgo restano ancora in bilico. Ora sono in contratto di solidarietà in attesa di conoscere il loro futuro e sapere, se e quando, potranno accedere alla cassa integrazione straordinaria. “In questi giorni molti cittadini si stanno chiedendo che ne sarà dell’azienda, chi sarà il nuovo proprietario. Io – ricorda il presidente dell’Associazione Valsuganattiva Walter Tomio – spero che per quel sito produttivo non ci sia nessun futuro. I dati che abbiamo raccolto in molti anni di attività sono sotto gli occhi di tutti. Dati preoccupanti e drammatici”.

Come quelli presentati, con una perizia ambientale, da Franco Giacomin, responsabile dell’Ufficio Emissioni in atmosfera e Aia della Provincia di Treviso. La quantità delle diossine, campionate in Valsugana, in occasione di un anno intero di rilevamenti, è molto elevata. Il valore medio va dai 55 agli 85 milligrammi, rilevamenti effettuati da luglio del 2015 a giugno dell’anno seguente.

“Facciamo due paragoni: l’inceneritore di Treviso, nel 2013, ne aveva rilasciati 0,16 milligrammi, quello di Brescia, due anni dopo, si è fermato ad un valore medio di 16,68. Dati – continua Walter Tomio – che fanno seriamente riflettere”.

Capitolo mercurio. “Nel 2010 la ditta aveva dichiarato una emissione annua pari a 41 chili”, continua Franco Giacomin. “Nel 2015 per l’Appa tutto era ok, nel luglio del 2016 no. Come mai? Il limite previsto è di 3,6 grammi all’ora, quelli trovati sono arrivati anche a 196 g/h. Un solo controllo al mese è troppo poco, ce ne vogliono di più e le analisi devono riguardare l’intero ciclo produttivo”.

Sotto l’occhio d’ingrandimento degli attivisti anche le polveri sottili.”Nel 2015 ne sono state prodotte dall’azienda 95,6 tonnellate ma i controlli attivati fin dal 2013, a nord e sud della struttura, non sono idonei ed i tamponamenti fatti alla struttura, per ridurre gli effetti della perizia Borroni del 2011, sono insufficienti”. Valsuganattiva, infine, si chiede “perché, in passato, l’azienda non abbia permesso all’Istituto Negri di Milano di misurare le emissioni dei camini all’interno dello stabilimento? Perché non hanno autorizzato le analisi chimiche posizionando i deposimetri sul tetto? In Val d’Aosta l’Arpa regionale ha fatto così, in accordo con la proprietà, presso lo stabilimento di Cogne? Perché qui no?”.

Lo stabilimento di Borgo ha iniziato la sua produzione in Valsugana nel 1979. Resta da capire, ora, che ne sarà di quel sito produttivo. In valle, intanto, da più parti si chiede alla Provincia di mettere in campo una azione strategica per disegnare un diverso sviluppo economico e produttivo. E c’è chi sta pensando ad un referendum consultivo.

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