Il gruppo conta già 50 volontari che a turno si recano nelle strutture commerciali del settore per raccogliere frutta, verdura, dolciumi, gastronomia, pane, salumi e altro, occupandosi poi della loro redistribuzione. Fanno il giro di dodici supermercati, cooperative e negozi della Valle, tre volte alla settimana; al Poli di Malé si recano invece tutti i giorni.
A promuovere la nascita dell’associazione “Solandri solidali” è stata Luciana Pedergnana, assessora alle pari opportunità e alle Politiche Sociali della Comunità di Valle che, con una spesa di 25 mila euro, ha sostenuto l’acquisto di un furgone e degli arredi e le scaffalature per la sede dove riporre la merce raccolta, messa a disposizione gratuitamente per un anno da Tullio Pedergnana.
I volontari operano in collaborazione con “Trentino Solidale onlus”. Tutti i giorni raccolgono circa 80 chilogrammi di cibo, da cui si possono ricavare 3.200.000 pasti all’anno. “Solandri solidali” è nato per far fronte alle nuove emergenze sociali create dalla crisi, per aiutare quelle famiglie che si trovano in difficoltà. Lo smaltimento di questi prodotti, tra l’altro, avrebbe un costo notevole e sarebbe fonte di inquinamento.
“La disponibilità di fondi per il sociale è calata di 30 mila euro”, spiega Luciana Pedergnana. “I richiedenti aiuto invece sono aumentati. Per fortuna possiamo contare su un volontariato forte”. Dal primo di febbraio l’associazione opera da sola in valle, contando su folto gruppo volontari di età diverse dai 30 anni agli 80. La rete è già in parte costituita, il cibo raccolto viene distribuito a Malé, in via Trento 71, nel Convento dei padri Cappuccini di Terzolas e a Cogolo di Pejo presso la sede della Caritas.
Dell’iniziativa fanno parte anche le Casse Rurali della Valle di Sole, la Fondazione Ugo Silvestri di Malé, l’Associazione Culturale san Luigi di Malé, i Gruppo di Iniziativa culturale di Terzolas e l’Itas Assicurazioni, agenzia di Malé.
“Abbiamo messo in piedi una catena solidale importante per chi non ce la fa ad arrivare a fine mese”, conclude l’assessora. “Solo al Convento di Terzolas adesso si rivolgono 13 famiglie. Speriamo di riuscire a far partire anche un banco alimentare, dove i cittadini donano cibo secco a lunga scadenza”.
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