Il presidente del Gruppo, Valerio Parisi, è convinto che questa sia la cosa giusta: informare e parlarne. “Il nostro scopo è di parlare con la popolazione e comunicare, perché il silenzio è il contrario dell’accoglienza che bene o male dobbiamo dare a questi sfortunati giovani…”.
C’erano tutti e quattro i protagonisti dell’esperienza di Cares, estremamente soddisfatti del loro inserimento nelle comunità locali: Mahamadou, Demba (Gambia), Sheriffo e Bambo (Senegal). Sono stati impiegati per alcuni periodi presso la Casa di Soggiorno per Anziani di Santa Croce di Bleggio. I timori di non integrarsi e di essere guardati con sospetto sono stati ben presto fugati dal rapporto instauratosi con gli anziani. All’Apsp si è instaurato un bel rapporto con gli anziani, un’esperienza utile per la stessa comunità.
La serata, intitolata significativamente “Fare accoglienza. Il racconto a più voci dell’esperienza di Cares” e diretta magistralmente da Diego Salizzoni, ha riportato al centro dell’attenzione l’esperienza dei quattro giovani migranti giunti in valle, tutti impegnati e integrati: Mahamadou sta prendendo la licenza media, Sheriffo sta svolgendo il servizio civile alla cooperativa Ancora di Tione, Bambo sta lavorando in un negozio di frutta e verdura, Demba dopo il lavoro in un panificio frequenta i corsi d’italiano a Dro in attesa di un lavoro in agricoltura.
La serata si è aperta con la lettura di Andrea Rizzonelli sul bambino “clan-destino” che arriva in Italia, mentre la seconda parte ha offerto un momento musicale con i giovani di Cares Antonella, Giorgio, Stefano e Sabrina; quindi l’incontro con i quattro migranti mediato dai giovani volontari di Cares.
Per l’occasione, i giovani di Cares si sono esibiti in una serata di canti, insieme con gli stessi profughi. “Un’esperienza di convivenza e di fraternità, che intendiamo proporre anche da noi, per la zona di Fiavé e del Bleggio”. In particolare il gruppo spontaneo di giovani ha incontrato quotidianamente i profughi: “Sono giovani solari, sereni e ben disposti. Per questo la nostra gente li ha accolti con benevolenza. Partecipano anche alla nostra vita, a iniziative come il carnevale di Larido o i filò serali.”
Il Gruppo Giovani Fiavé alla fine della serata ha offerto un rinfresco per agevolare la comunicazione tra ospiti profughi e popolazione locale, nel segno della fraternità. L’obiettivo è preparare l’ambiente all’accoglienza.
Il saluto finale, in attesa di altri momenti informativi, è spettato al sindaco Angelo Zambotti. Un giudizio molto positivo della serata è stato espresso dal parroco, don Fortunato Caresani: “Una serata molto bella e costruttiva per il futuro della nostra accoglienza”.
Una curiosità: da poco è giunta a uno dei migranti, Sheriffo, cantore in patria delle tradizioni della sua tribù, la khora, antico strumento simile a una tromba, con cui può suonare le sue musiche comunitarie insieme con le nostre fisarmoniche. Anche questo è un augurio.
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