Arco, serata di discussione e sensibilizzazione sulla ludopatia

Arco, la conferenza sul gioco d’azzardo
Il gioco d’azzardo è l’unico che fa perdere, sempre. La serata di discussione e sensibilizzazione sulla ludopatia è stata organizzata al Cantiere 26 di Prabi lo scorso venerdì dall’Associazione Club Alcologici Territoriali (Acat), che ha invitato due psicologi, Giulia Tomasi e Matteo Kettmaier, per trattare un fenomeno che cresce anche in Trentino. Presenti all’incontro anche Carlo Pedergnana per la Comunità di Valle, il sindaco di Arco Alessandro Betta e i consiglieri Silvana Comperini e Andrea Ravagni, oltre a molti operatori sanitari e medici che si occupano del tema nel quotidiano.Il gioco d’azzardo si è diffuso molto negli ultimi anni, e con esso la dipendenza correlata: slot machine, gratta e vinci, giochi online sono in aumento, un po’ per moda fomentata dalla pubblicità e dallo Stato, un po’ a causa della società di oggi, sempre più individualista e basata sul mito del successo e del “tutto e subito”.

“A volte siamo obbligati a indossare la maschera dei vincenti, negando le fragilità di ognuno di noi – dice il dottor Kettmaier, che con la collega Tomasi coordina i gruppi trentini di Auto Mutuo Aiuto (Ama) – e il gioco d’azzardo è solo un sintomo di altre fragilità negate”. Ai gruppi Ama, presenti su tutto il territorio, da Riva del Garda a Predazzo, si rivolgono circa 80 nuove famiglie all’anno, spesso purtroppo quando il problema è già esploso nella sua drammaticità, in media dopo oltre 5 anni di dipendenza.

Giocano compulsivamente sia uomini che donne, i primi preferiscono le slot, le seconde scelgono più che altro il gratta e vinci e il bingo, ma chi chiede aiuto è solitamente il maschio, perché circondato da figure femminili – madri, mogli, ecc. – che si preoccupano per la situazione. La spia è economica: indebitamenti, carte di credito a secco, gioielli di famiglia venduti per procurarsi i soldi per la puntata. Quasi mai è il diretto interessato a chiedere aiuto.

“Per ogni singolo che soffre di questa dipendenza ci sono 5-7 persone coinvolte, dai familiari ai datori di lavoro – continua la dottoressa Tomasi – La ludopatia nasce dall’idea distorta di poter vincere con poco, in realtà si perde denaro e si perdono soprattutto le relazioni”.

“Il gioco d’azzardo è la prima azienda in Italia – fa notare Tomasi – con oltre 96 miliardi di fatturato. Lo Stato incamera solo 10 miliardi dalla tassazione. È un’economica discutibile sul piano etico, ma anche miope sul lungo periodo: non si crea indotto con il gioco d’azzardo, anzi, si producono dei costi sociali enormi”. Le ditte che forniscono le macchinette agli esercizi non chiedono soldi: le cedono gratuitamente, incassando oltre il 90% del totale delle giocate. Il titolare del locale che le ospita si tiene una percentuale esigua, ma in questo modo riceve comunque un introito a costo zero e senza ulteriore forza lavoro, basta pagare una tassa annuale statale per avere guadagni dalle slot 365 giorni l’anno.

“Purtroppo ci sono anche giovani che si avvicinano alle macchinette – aggiunge Miriam Vanzetta, coordinatrice trentina dei gruppi Ama – i dati precisi sul gioco d’azzardo in Trentino saranno pubblicati a fine mese dal Centro nazionale di ricerca”. Intanto però è utile ricordare che chi volesse partecipare o chiedere informazioni ai centri Ama può chiamare il numero 0461 239640.

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