“Questa iniziativa è nata perché ce n’era bisogno. Dopo anni di crisi economica molte persone hanno esaurito gli aiuti parentali e quelli di vicinato. Nessuno deve rimanere indietro”, spiega il parroco di Besenello, don Roberto Ghetta. La chiave del successo del fondo di solidarietà è riuscire a mettere assieme le abilità dei suoi fondatori: il Comune ha i contatti istituzionali, la parrocchia si può muovere con agilità e conosce intimamente i residenti, mentre la Caritas ha una grande esperienza specifica nel trattare il disagio.
“Raccogliere i soldi è la parte più facile, – prosegue il parroco – più difficile è andare a costruire una rete solida attorno ai bisognosi, che spesso per vergogna evitano di chiedere aiuto”. Assieme alle istituzioni, anche le associazioni del paese sono state chiamate ad andare in prima linea: una risposta affermativa è già arrivata da Avulss e Gruppo missionario. “Il fondo vuole rafforzare il senso di comunità”, sottolinea la vicesindaca Roberta Rosi. “La questione della Pirubi ha contribuito a tenerci uniti, ma dobbiamo continuamente lottare contro l’indifferenza”.
Attualmente l’iniziativa riguarda solo Besenello, ma è probabile che, una volta avviata, si allarghi anche alla parrocchia di Calliano, sempre amministrata da don Roberto. “Chi viene a conoscenza di una situazione difficile può segnalarla al comitato di gestione. Poi – conclude don Roberto Ghetta – ci sarà qualcuno che seguirà da vicino la persona e la aiuterà ad amministrare il bilancio famigliare”.
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