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Molte le reazioni alla notizia del concorso al San Camillo di Roma per l’assunzione di due medici dedicati all’interruzione di gravidanza volontaria.
Da una parte coloro che sostengono sia la strada da imboccare, dall’altra quelli che invocano il pieno rispetto del diritto all’obiezione di coscienza.
“L‘obiezione di coscienza è garantita al 100% – si difende il governatore del Lazio Zingaretti. Per rispettare l’applicazione è stato promosso un bando per 2 unità di personale su oltre 2.200 operatori del settore, in un servizio strettamente finalizzato a operare richieste di interruzione di gravidanza. Chi legittimamente è obiettore non ha partecipato a questo bando e potrà portare le sue professionalità in altri campi del servizio sanitario e dello stesso Dipartimento della salute della donna e del bambino”.
Da Bruxelles il ministro della Salute Beatrice Lorenzin esprime invece riserve sulla correttezza del concorso: “Quando fai assunzioni o concorsi non mi risulta ci siano parametri che vengano richiesti. L’obiezione di coscienza nel nostro Paese è rispettata”.
Per don Carmine Arice, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei “si snatura l’impianto della legge 194 che non aveva l’obiettivo d’indurre all’aborto ma prevenirlo. Predisporre medici appositamente a questo ruolo è un’indicazione chiara” ricordando come in questo modo “non si rispetta un diritto di natura costituzionale qual è l’obiezione di coscienza”.
Sulla questione interviene ai nostri microfoni il dottor Antonio Mazza presidente dell’Associazione “Casa Accoglienza alla Vita P.Angelo” onlus è un’organizzazione che si pone come finalità il dare risposta di tipo residenziale a bimbi, anche nascituri, con madri in situazioni di temporanea difficoltà. (Ascolta audio qui sotto)
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