Quelli che un mese fa erano iniziati come lavori di rimozione e rifacimento della pavimentazione – sistemata quasi un secolo fa e oggi ormai danneggiata in più punti – oltre che di coibentazione del fondo, con l’intento di risolvere gli annosi problemi di umidità, hanno dunque svelato la presenza di elementi architettonici interessanti al punto da attirare l’attenzione dell’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza ai beni culturali della Provincia.
Che, sotto la direzione scientifica di Nicoletta Pisu, procederà ora con l’intervento di scavo, sottoponendo a bonifica archeologica e a rilievi stratigrafici i circa 300 metri quadrati di superficie calpestabile della chiesa, per permettere così agli esperti sia di analizzare i resti già rinvenuti, appurandone l’età, sia di raccogliere eventuali nuovi elementi. E in caso di conferma delle ipotesi sulla datazione delle vestigia, attribuire definitivamente il periodo di edificazione della chiesa di san Bartolomeo di Tiarno di Sotto.
Nel frattempo, la conferma dell’anno degli ultimi lavori di posa delle vecchie lastre: il 1925. Oltre alle vestigia antiche, gli scavi effettuati in corrispondenza del presbiterio hanno portato alla luce in modo altrettanto inaspettato una bottiglia di vetro contenente un documento vergato a mano, con notizie storiche che attestano l’opera e il periodo.
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