La memoria è rimasta quella di cinquant’anni fa. Ricorda tutto, nomi, date, particolari. La maestra delle elementari si chiamava Elisa Rigotti. “La gh’eva da sposàrse con me zio Battista, ma elo l’è mort en guera”. Come suo padre, Valentino. E quanti sono stati i soldati da Vigo morti durante la Grande guerra? “Fra morti e dispersi 42. In paese c’erano 800 persone”.
Quante case c’erano, al Raut, cento anni fa? “Sol quéla via lì e basta”, dice indicando dalla finestra una costruzione lunga e massiccia. I suoi nonni abitavano in quella casa. “Sotto c’era la stalla con i buoi e due vacche”. Racconta che fino al 1882-1883 era tutta proprietà del conte Thun, il cui castello domina tutta la bassa Valle di Non. “Po’ l’è nà en malora e tuti i masi i è nadi al’incant. Do o tre famiglie le è caminàde (sono andate via), ma i me noni i è restàdi chi e i ha comprà en mas: casa e campagna, ensoma”.
Guerrino racconta che nella zona del Raut si cominciò a piantar meli verso il 1933. “Quando aven scominzià a piantàr pomàri i meteven giò a 8 metri l’un da l’altro. Ma ghe voleva quindese ani prima che vegnis su qualcoss. Adess, enveze, i ne pianta un tacà al’altro e già el prim an i racoglie pomi”.
Suona il telefono. Il nostro interlocutore risponde agli auguri che per tutta la mattina del 17 febbraio sono arrivati nella sua abitazione del Raut. Nel pomeriggio festa grande con i quattro figli (Valentino, Alfio, Maria Rita e Maurizio) e uno stuolo di nipoti.
Che scrivere di più? L’unico neo, in questo compleanno da 102 candeline, è che il Guerrino del Raut non riesce più a leggere le parole piccole dei giornali. Si fa aiutare da una fidata collaboratrice familiare, una giovane donna della Moldavia. la quale, ne siamo certi, gli farà conoscere anche gli auguri di Vita Trentina.
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