La tradizione alpina – e il Trentino in modo particolare – presenta ancor oggi un buon numero di queste antiche mascherate che hanno mantenuto un’identità e una ragion d’essere tutta propria. Altrove, tuttavia, il carnevale si è fatto soprattutto spettacolo, e ha invaso tutto il mondo con i suoi carri luccicanti e la sua prosopopea solo apparentemente scherzosa, e ha forse dimenticato le sue radici più umili.
A San Michele all’Adige ogni anno, nell’occasione domenicale che apre ufficialmente nel Trentino la stagione delle sfilate carnevalesche, si mettono in comunicazione le due facce del pianeta carnevale: la moderna sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati, e i rappresentanti delle mascherate ancestrali, un vero e proprio “museo che cammina”.
Questa nuova formula, praticata in tante parti d’Europa e anche d’Italia – a Lisbona in Portogallo, a Ptuj in Slovenia, a Tricarico e a Nuoro, per citare solo alcuni esempi – è alla base del “gran carnevale alpino” che ormai da alcuni anni ravviva l’occasione di San Michele. Così, insieme ai carri allegorici del circondario rotaliano, anche quest’anno nella sfilata di domenica 19 febbraio, dalle 13.30, saranno protagonisti figuranti misteriosi e sconosciuti delle antiche questue mascherate in un unico contesto in cui l’allegria carnevalesca si mescola e si fonde liberamente con la curiosità antropologica.
Questo, complice la collaborazione ormai collaudata tra il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina e il Nuovo Comitato Carnevale di San Michele all’Adige e Grumo, che governa con onore da trentasei anni la manifestazione e propone quest’anno, per la serata del sabato (dalle 20 all’1), una festa in maschera nel palazzetto dello sport di San Michele. Nel pomeriggio, invece, dalle 14.30 il Museo ospita laboratori a tema per ragazzi e, dalle 16.30, la proiezione di alcuni corti sulle “Mascherate dell’inverno europeo”.
Quest’anno saranno ospiti sei gruppi: due compagnie da fuori regione e un gruppo dalla Germania, oltre a tre gruppi trentini. Da Fornesighe, nella valle di Zoldo, in provincia di Belluno, arriva la Gnaga con un corteo ricco di figure che ritroviamo in diversi carnevali alpini; dall’Abruzzo risalgono la penisola i pulgenelle di Castiglione Messer Marino, maschere che ricordano i nostri lachè, composti e silenziosi, di bianco vestiti con alti copricapo adorni di nastri colorati; da Bad Dürrheim, nella Foresta Nera, giungono i Narro anche queste maschere bianche varianti degli arlecchini. Come di consueto, dal Trentino, vi saranno i lachè di Romeno, le maschere della val di Fassa, e il comitato del carnevàl di Varignano (Arco), con i suoi baldacchini di bambù e di fronde d’alloro.
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