All'architetto Mario Botta spetterà il compito delle modifiche della “sua” struttura, incluso il ripensamento per la cafeteria chiusa in novembre
Quindici nuove mostre nelle tre sedi di Rovereto e Trento (Galleria civica), valorizzazione del patrimonio artistico, una revisione dell'architettura museale all'insegna del potenziamento degli spazi espositivi e dell'area circostante la struttura di corso Bettini, in continuità con i cambiamenti attuati nel 2016, promozione del territorio cittadino e provinciale, riapertura della cafeteria “Le Arti”, si spera entro l'anno. Il Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto ha iniziato il 2017 all'insegna della positività con sfide che porteranno ad un ulteriore rilancio della struttura. I progetti sono stati illustrati nei giorni scorsi in conferenza stampa dalla presidente Ilaria Vescovi e dal direttore del Mart, Gianfranco Maraniello. “Si torna a parlare per il Novecento di 'canone' per un secolo, a detta di alcuni, senza bellezza”, ha detto Maraniello, presentando il grande evento estivo “Un'eterna bellezza. Capolavori dell'arte italiana nel primo Novecento” (2 luglio), a cura di Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari. L'esposizione metterà in risalto l'idea di classicità e la ricerca di un canone in vista della nuova modernità effettuata nell'arte italiana all'inizio del XX secolo.
La mostra giungerà a Rovereto dopo una prima tappa a Madrid, come accaduto per “I pittori della luce”. Nel riallestimento delle collezioni permanenti, per il percorso moderno, ci sarà a partire dal 5 marzo “Focus. Mario Sironi nella collezione Allaria”, curata da Ferrari e Alessandra Tiddia. All'architetto Mario Botta spetterà il compito delle modifiche della “sua” struttura, incluso il ripensamento per la cafeteria chiusa in novembre. Abbiamo chiesto a Maraniello di anticiparci alcune idee. “Pensiamo – ha risposto il direttore – che la cafeteria di un museo debba essere tale e non una cafeteria qualsiasi, quindi più legata al progetto culturale del museo”. Accanto ai servizi essenziali di accoglienza del visitatore, la dirigenza del Mart immagina il locale “non come un luogo anonimo ma come un prolungamento della logica e della visione culturale del museo, inoltre deve avere a che fare con il design e con la presentazione delle opere”. A quando il nuovo locale? “Credo che, tra appalti e ricerca del gestore – prosegue Maraniello – si possa ragionevolmente pensare entro il 2017”. Si guarda anche all'area confinante a sud, dove si trova il parco di palazzo Fedrigotti con il Centro interdipartimentale Mente/Cervello. “Dietro questo muro – conclude il direttore – c'è un paesaggio meraviglioso che oggi non è goduto dai cittadini, oggi c'è l'occasione per promuovere un'esperienza più ampia di stare non solo nel museo ma anche sul territorio, e debbo dire che la sensibilità dell'Università è stata positivamente riscontrata”.
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