L’eucaristia era presieduta da padre Roberto Genuin, superiore provinciale del Triveneto dei frati cappuccini. Accanto a lui padre Giancarlo Girardi, delegato Diocesano per la vita consacrata in rappresentanza dell’Arcivescovo di Trento, il decano di Primiero, don Giuseppe Daprà, e i parroci e collaboratori pastorali del decanato di Primiero.
Nel suo messaggio di ringraziamento, letto da padre Girardi, l’arcivescovo Tisi ha espresso la sua vicinanza “in questo significativo momento di passaggio, che caratterizza ciascuna delle vostre comunità, parte viva dell’unico popolo di Dio che abita tra queste splendide montagne”. Ha ringraziato, poi, i Cappuccini perché “avete scolpito il messaggio francescano nel cuore di tanti primierotti, non a parole, ma con i fatti, divenendo una presenza amata e giustamente rimpianta. Il dispiacere che accompagna la vostra partenza, ve lo posso dire con sincerità, è anche il mio”. Il sindaco di Primiero San Martino di Castrozza, Daniele Depaoli, nel ringraziare i frati, ha evidenziato l’importante ruolo da loro svolto in questi quasi cento anni nel servizio alla comunità. “Non possiamo nascondere la sofferenza per questo distacco, ha detto il decano don Giuseppe Daprà, vogliamo ringraziare tutti i padri cappuccini che sull’esempio di san Francesco hanno attraversato questa terra del Primiero”. “Davanti ai nostri occhi, ha continuato, scorrono tanti volti dei frati, tante mani che ci hanno fatto del bene. Un grazie perché non avete avuto paura a sporcarvi le mani con la vita quotidiana, con i problemi della nostra gente, percorrendo le nostre strade”.
Molto toccante il ringraziamento di padre Paolo, guardiano del convento. “Sono quasi tre anni che sono qui, ha esordito, ho vissuto questo tempo bene. Mi sono trovato veramente bene, nel vero senso della parola. Ho una regola fondamentale: ogni posto e ogni tempo è di Dio. Trovi le difficoltà, trovi gli intoppi, trovi le gioie, trovi le soddisfazioni, trovi tante cose, però tutte se le metti nel tempo e lo spazio di Dio, allora la vita è bella. Grazie di tutto cuore e vi ricordo”. “Io vi dico ciao – ha detto invece padre Lorenzo – perché in veneziano significa lasciarvi con la possibilità di rimanere al vostro servizio. Siamo servi di tutti, abbiamo fatto quello che dovevamo fare. Chiedo scusa della mia pazienza. Ciao”. Infine, il padre provinciale ha ringraziato l’intera comunità per l’accoglienza riservata ai fratelli in questi lunghi anni. “Se i frati si sono trovati bene, ha detto, anche la gente li ha trattati bene. Continuerà il bene francescano in questa chiesa. Di una cosa non ci possono essere dubbi: la mano di Dio non si è rimpicciolita. Anzi, il Signore continua a concedere sempre a tutti coloro che lo vogliano gli aiuti necessari per una vita buona. Non possiamo che affidarci a lui. Affidiamo al Signore questo convento e il Primiero chiedendo con insistenza che si degni di continuare a sorreggerci”.
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