Massimo Dalfovo è stato riconfermato presidente della Fipav del Trentino anche per il quadriennio 2017/2020
“Essere candidato unico è un onore ma anche un onere, perché sento la responsabilità della fiducia che tutte voi società riponete nei miei confronti”. Parole di Massimo Dalfovo che, domenica scorsa, è stato riconfermato a larghissima maggioranza presidente della Fipav del Trentino anche per il quadriennio 2017/2020. La sua intervista ai microfoni di radio Trentino inBlu.
Presidente che succede ora? Perseguirà la strada già tracciata fin ora?
Dobbiamo sicuramente andare avanti e cercare di migliorare che nel nostro caso significa cercare di portare avanti il nostro movimento.
In questa direzione è stato fatto molto fin qui. La pallavolo è uno sport che piace ai giovani e i numeri lo confermano…
Certo. Abbiamo più di 5 mila tesserati, un grande impegno. Numeri che cercheremo di incrementare sempre più a favore delle nostre società. Il 70% dei tesserati sono ragazze, per quanto riguarda i ragazzi dobbiamo fare i conti la positiva concorrenza di altri sport. Ovviamente per noi l’importante è che i ragazzi facciano sport, è importante che trovino il tempo e la voglia di mettersi in gioco in qualche attività. È chiaro, poi, che se decidono per la pallavolo…li accogliamo a braccia aperte!
Proseguirà l'impegno nelle scuole?
Stiamo cercando di essere sempre più presenti in ambito scolastico-educativo: già da un paio d’anni abbiamo avviato un progetto di avviamento alla pallavolo nelle scuole primarie, nelle terze e quarte. È importante che il nostro sport entri nella scuola, ma che allo stesso tempo i giovani abbiano la possibilità di poter imparare oltre al nostro anche altri sport. La Federazione infatti lavora prima di tutto a far conoscere una pratica sportiva che necessariamente è accompagnata da una cultura sportiva universale, generale.
La presenza sul territorio di squadre importanti spinge il movimento a guardare verso l’agonismo o la cosa più importante resta il lavoro verso i più giovani?
Trentino Volley è una società da seguire, da guardare, non solo per la prima squadra ma anche per il settore giovanile. Tanti ragazzi sono esplosi a livello altissimo partendo proprio da lì: Giannelli ne è un esempio. Anche il Trentino Rosa, nel femminile, ad esempio, già da 2-3 anni sta facendo un buon lavoro e sta cercando di avere anche collaborazioni sul territorio.
Per le categorie minori, insomma, questo “faro” rappresenta un orizzonte da tenere presente…
Certo. Così come la Federazione deve guardare alle società che militano in serie minori, C, D e le tre divisioni. Per aiutarle a crescere, abbiamo implementato la nostra commissione giovanile; anche in questo caso, entrare nelle scuole può significare avere un ritorno in termini di numeri. Ognuno, poi, sul suo territorio, ha il proprio riscontro.
Le scelte che ha dovuto fare Massimo Dalfovo per giocare a determinati livelli, adesso sono più semplici…
Nel 1976, quando sono andato a giocare fuori Regione, da noi c'era solo una dignitosissima serie C a Trento (CUS Trento), da dove sono partito. Altri tempi, ora è tutto più programmato sia da parte dei giocatori sia dei procuratori sia delle società. Io ho cercato di portare sul territorio l’esperienza accumulata fuori regione.
Una carriera in serie A, sei anni a Modena. Come si concilia l'agonismo con lo spirito di una Federazione che vuole educare allo sport più che creare il campione? È stato difficile?
Aver giocato aiuta, ma non ha nulla a che fare col fare il presidente di una Federazione. Ho cercato di “imparare” la macchina, analizzare e risolvere al meglio le problematiche avvalendomi di consiglieri capacissimi che mi hanno aiutato, come Pino Mazzon che è stato presidente e ora consigliere federale. So cosa è uno sport di squadra e di conseguenza ho bisogno di persone che facciano squadra intorno a me, persone competenti con il proprio ruolo.
Pronti quindi a ripartire con un altro mandato…I prossimi appuntamenti?
Dopo 19 anni torna in Trentino il Trofeo delle Regioni, la manifestazione più importante per quanto riguarda le rappresentative nazionali under 16 maschile e 15 femminile. L’evento, organizzato dal 26 giugno al 1° luglio, tra la Vallagarina (Rovereto, Volano e Besenello) e Folgaria, è motivo di orgoglio per tutto il Trentino e tutte le sue società alle quali dico, vivetelo questo Trofeo, andate in palestra a vedere le partite…
Come si difendono bene le rappresentative trentine a questi livelli?
Nel femminile ci siamo difesi molto bene, sempre nelle prime 8-10 squadre, nel maschile – fatta eccezione per la splendida vittoria del 2012 – si patisce un po' di più ma a volte lasciamo indietro regioni che hanno il triplo o il quadruplo dei tesserati, cominciando a scalare qualche posizione. Il risultato certo conta ma a quei livelli molto meno: il trovarsi con ragazzi di altre Regioni è un’esperienza stupenda che ti rimane per tutta la vita.
Intervista a cura di Michela Grazzi
(ha collaborato Martina Michelon)
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