"La vita è mia e la gestisco io, non ho bisogno di nessuno: parole ricorrenti, prova della nostra allergia a legarci agli altri coltivando sogni di libertà che ci fanno muovere senza guardare chi ci sta accanto. I nostri fratelli malati, invece, smentiscono questa possibilità di vita centrata su di sé dicendo che non possiamo non dipendere dagli altri".
Sono risuonate con dolcezza e forza le parole dell'arcivescovo Lauro durante la celebrazione presieduta insieme a don Piero Rattin, delegato della Pastorale malati, don Olivo Rocchetti e don Andrea Decarli sabato 11 febbraio in occasione della 25a Giornata mondiale del malato nella chiesa di S. Maria Maggiore, a Trento.
"Oggi celebriamo la realtà del dolore intesa come luogo visitato dalla presenza di Dio che proprio in essa rivela la sua tenerezza e misericordia, ed esprimiamo la nostra gratitudine alle persone che si prendono cura dei nostri malati nelle case di riposo, negli ospedali, in casa. Preghiamo per loro, per chi vive accanto e sperimenta indirettamente la loro sofferenza e per chi sta affrontando il momento finale della sua vita affinché diventi tempo di incontro con il Signore", ha detto monsignor Tisi all'inizio della Messa, accogliendo i malati presenti e salutando i volontari di Ospitalità Tridentina e delle associazioni operanti con spirito cristiano a servizio dei malati.
“Il volto dei malati è terapeutico – ha proseguito nell’omelia -, porta domande che non hanno risposta, ti chiama a uscire da te stesso, al silenzio, a chinarti sull’altro con tenerezza, a non considerarti invulnerabile”. Con la loro fragilità, i malati educano le nostre parole alla delicatezza, a usarle in modo dedicato e attento, sottovoce, senza la pretesa che siano definitive, e insegnano ad avvinarsi in punta di piedi, compiendo il gesto di chi si toglie i sandali.
"L'altro è un mistero da accostare, non dominare, inoltre i malati ci riconducono a noi stessi, dicono che siamo fiori di campo, ma non dobbiamo pensare alla nostra mortalità con amarezza: la vita è un pellegrinaggio e la bellezza del fiore è destinata ad un altro campo, il giardino dove saremo nella primavera di Dio".
Al termine della celebrazione l’arcivescovo Tisi ha ricordato la Giornata di incontro dei referenti dei nuclei di zona e dei rappresentanti di tutte le associazioni, alla quale sarà presente lui stesso, dedicata a “I malati al centro di ogni Comunità cristiana” promossa dalla Pastorale della salute per sabato 1 aprile a Villa Moretta, e il pellegrinaggio diocesano a Piné che si svolgerà domenica 11 giugno.
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