La piaga della tratta

I volontari che operano in Trentino: “Il fenomeno non va ignorato”

Anche in Trentino mercoledì 8 febbraio si è ricordata la Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, quest’anno dedicata al tema “Sono bambini! Non schiavi”, iniziativa voluta da Papa Francesco che in un tweet ha scritto “Ascoltiamo il grido di tanti bambini schiavizzati. Nessuno resti indifferente al loro dolore”. Ogni anno migliaia di bambini, bambine, donne, adolescenti migranti cadono nella rete di trafficanti e malavitosi. La tratta di esseri umani è una delle peggiori schiavitù del 21esimo secolo, oltre ad essere è una delle attività illegali più lucrative al mondo: rende complessivamente 32 miliardi di dollari l’anno ed è il terzo “business” più redditizio, dopo il traffico di droga e di armi. Nel mondo i piccoli sono trafficati per sfruttamento sessuale, servitù domestica, matrimoni forzati, adozioni illegali, lavori forzati, traffico di organi, accattonaggio, traffico di droga. Più di 200 milioni di minori lavorano. Di questi, ogni anno ne muoiono 22 mila a causa di incidenti di lavoro. E ogni due minuti, una bambina o bambino è vittima dello sfruttamento sessuale.

Secondo i dati forniti dalla Caritas, in Italia sono circa 60mila le donne costrette a prostituirsi, e circa 150mila uomini, in gran parte giovani migranti, sfruttati per il lavoro forzato.

Un fenomeno, quello della tratta, che colpisce anche il Trentino, dove sono numerose le associazioni di volontariato, coordinate dal Tavolo provinciale per la tratta, che operano sul territorio, offrendo aiuto, assistenza sanitaria, supporto psicologico e legale alle donne vittime di sfruttamento.

Tra queste c'è L'Altra strada, un'associazione attiva da circa quindici anni. “Il fenomeno mondiale ha ricadute immediate sul nostro territorio – ha commentato a radio Trentino inBlu una delle volontarie, Fernanda Alfieri – la notte vediamo tante ragazze costrette alla prostituzione. Non è una scelta. Purtroppo questa realtà è ignorata, invece ci vorrebbe molta attenzione perchè si tratta di persone i cui diritti fondamentali sono lesi”.

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