Il progetto, come da espressione dialettale, ha sì ha che fare con le sedie ma rappresenta l’opportunità per le nuove generazioni ledrensi di aprirsi ad una dimensione originale della vita di comunità. Da inizio anno infatti, una ventina di giovani musicisti di età compresa tra i 13 e i 30 anni si incontra con cadenza settimanale e, assieme ai sei migranti ospitati presso l’ex Seminario di Tiarno di Sotto, si dedica alla cura e alla manutenzione della sede del Corpo bandistico, restaurando una cinquantina di vecchie seggiole utilizzate dai suonatori e facendole tornare a nuova vita, dopo averle aggiustate, scartavetrate, pulite e, infine, verniciate. Quello delle bandiere del mondo il tema scelto per il nuovo look delle sedie, ovvero un continuo rimando alla dimensione globale di un destino comune che, come con la musica, riesce sempre ad abbattere i confini e le differenze tra i popoli.
“La sede del Corpo bandistico è una sala di proprietà del Comune ma da diversi anni ormai viene utilizzata dall’associazione, più volte la settimana, sia per le lezioni individuali sia per le prove d’insieme”, spiegano i promotori dell’iniziativa. “Gli arredi sono però vecchi di quasi trent’anni e le seggiole, in particolare, versano in uno stato di usura tale che per ovviare ad un nuovo acquisto avrebbero bisogno di un’opera di sistemazione che le possa rendere ancora utilizzabili”.
Da qui l’idea del progetto, che oltre ad evitare una spesa al Comune punta a promuovere valori di carattere socioeducativo. “Tra gli obiettivi che ci siamo posti con C.A.Re.G.A – proseguono – c’è quello di favorire la nascita nei ragazzi di un senso di responsabilità verso la sede che frequentano, accompagnandoli di fatto nella gestione attiva di un bene comune qual è il luogo di incontro, così come l’affiatamento del gruppo, veicolando il legame tra musicisti attraverso un divertente lavoro manuale di personalizzazione delle seggiole, che diventa così occasione di aggregazione”.
Il Corpo bandistico è però sensibile anche allo sviluppo di altre attività che pur slegate dal tema musicale hanno una forte influenza sul piano sociale. “Attraverso il coinvolgimento dei sei migranti, provenienti da Nigeria e Pakistan e che tramite ‘Progetto Trentino’ sono stati accolti presso l’ex Seminario, abbiamo quindi lavorato per favorire una maggiore apertura degli orizzonti dei nostri ragazzi”, concludono gli organizzatori.
L’alta presenza di giovani nel Corpo bandistico di Ledro fa sì che l’attività del sodalizio non punti dunque solo al lato artistico ma anche a quello educativo e, considerata l’importanza del tema dell’integrazione, allarghi ora i propri spazi anche agli ospiti stranieri, per permettere loro di essere inseriti a pieno titolo nella comunità.
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