Lezioni di ca(ra)techismo a partire dal pensiero di Hadjadj

«Chi è il Nemico? (…) Sono molti i cristiani che credono di poterlo individuare tra atei o agnostici, mentre – come ricorda San Giacomo – “i demoni credono e tremano”, al punto che non esiste un solo articolo di fede della cui verità essi dubitino. Potremmo affermare che nessuno somigli a satana più e meglio di un certo tipo di credente, al punto che l’essere diabolico non è così lontano ed estraneo come ci s’immagina».

Bastano poche parole a Fabrice Hadjadj per delineare i tratti della fisionomia dell’Avversario e per inquadrare, nel contempo, l’ispirazione e gli obiettivi della sua opera “La fede dei demoni ovvero il superamento dell’ateismo” (Marietti): più simile ad un prontuario di pratica spirituale che ad un compendio di demonologia, lo scritto del filosofo francese – cattolico convertito dal cognome arabo, dall’origine ebraica e dalla formazione maoista e nichilista – si configura come una riflessione sull’anti-logica del male ed un vademecum per poterlo individuare e combattere, sia dentro che fuori di noi.

Riprendendone le tesi salienti, la Scuola diocesana di formazione teologica propone nei mercoledì dal 1 febbraio all’8 marzo un ciclo di sei lezioni, con l’intenzione di metterne in luce le idee più autentiche e di mostrarne, insieme, l’indubbia profondità.

“Si tratterà di un corso – afferma Paolo Fedrigotti, il docente cui è affidata l’iniziativa – aperto a tutti, ma consigliato solo ai coraggiosi: a coloro, cioè, che abbiano il coraggio di confrontarsi, prima che con il mistero del male creaturale, con alcune tendenze malvagie che spesso si annidano nelle nostre vite senza che noi ce ne avvediamo. Il lavoro che ci aspetta – aggiunge l’insegnante che è anche preside del Collegio Arcivescovile – muove dallo sviluppo di una tesi suggestiva e ben fondata: che i peccati della carne non siano per noi uomini i mali peggiori, ma lo siano – piuttosto – gli spiritualissimi peccati propri del diavolo, soprattutto quando vengono compiuti dai cristiani: superbia, invidia, accidia e disprezzo degli altri sono la base delle più grandi sciagure. Per questo il diavolo li ispira continuamente”.

In quello che si rivela essere “un piccolo grande manuale di 'ka(ra)téchismo' – atto ad insegnare, come dice San Paolo, a far pugilato, ma non come chi batte l’aria” – Hadjadj indica come l’antitesi fondamentale da mettere a fuoco non sia quella fra teismo e ateismo, ma quella fra la semplice conoscenza di Dio ed il suo riconoscimento. L'autore indica pure la strategia per respingere gli assalti di satana: essa consiste nell’affidarsi all’incarnazione di Cristo e all’umanità fatta propria da Maria e dai santi.

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