Come ormai da tradizione sarà il pubblico a decidere i vincitori del 28esimo Trieste Film Festival che inizia venerdì 20 gennaio per terminare il 29. Sarà l’occasione per approfondire la conoscenza di una cinematografia, quella dell’Europa centro orientale, vivace ma che solitamente fa raramente la sua comparsa sugli schermi italiani. Tre i concorsi: lungometraggi, cortometraggi e documentari. Diversi gli eventi speciali, i film fuori concorso, le mostre, le occasioni di incontro con gli autori per la manifestazione organizzata da Alpe Adria Cinema (e che vede la collaborazione di molte altre associazioni), diretta da Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo. Una quarantina le proposte che parteciperanno ai concorsi. C’è anche un po’ di Trentino visto che nella sezione documentari verrà assegnato il premio speciale Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa (il think thank con sede a Rovereto che si occupa di sud est Europa, Turchia e Caucaso).
Il festival si aprirà domani (20 gennaio) con “L’insegnante”, del ceco Jan Hřebejk (autore che con un suo precedente lavoro ha concorso nel 2000 all’Oscar per il miglior film straniero) che qui tratteggia, ispirandosi ad una storia vera, un ritratto grottesco venato di umorismo di una docente nella Cecoslovacchia dei primi anni Ottanta, quando c’era ancora la cortina di ferro.
“Un ponte che mette in contatto le diverse latitudini dell’Europa del cinema – riflettono i direttori a proposito del festival giuliano – capace di scoprire in anticipo nomi e tendenze destinate ad imporsi, in alcuni casi, nel panorama internazionale”. Sono ben 37 i Paesi rappresentati nelle varie sezioni, dalla A di Austria alla U di Ungheria. Dieci i lungometraggi che parteciperanno al concorso, 11 i documentari, 18 i corti. Tanti i temi affrontati. E tra questi non potevano mancare quelli dell’emigrazione e delle guerre nella ex Jugoslavia degli anni Novanta, ma non solo.
Un omaggio verrà riservato ad Andrzej Wajda, il regista polacco scomparso da poco di cui verrà proiettato “Afterimage”, ritratto del pittore Władysław Strzemiński. Ed un altro sarà riservato ad Omero Antonutti, l’attore e doppiatore friulano protagonista di “Padre Padrone” a quarant’anni dalla Palma d’oro ai fratelli Taviani per questo grande film tratto dal romanzo di Gavino Ledda. Anche Marco Bellocchio, con il suo “Fai bei sogni”, riceverà l’attenzione del sindacato critici cinematografici che gli assegnerà un premio per il miglior film italiano dell’anno. Tra i documentari, da segnalare “Trieste, Yugoslavia” di Alessio Bozzer. Quando, negli anni Settanta e Ottanta, da oltre confine arrivavano in migliaia nel capoluogo giuliano per acquistare i blue jeans, simbolo di quei decenni. Il festival si concluderà con “Sulla via Lattea” del visionario Emir Kusturica. Protagonisti sono lo stesso regista e Monica Bellucci.
Programma: www.triestefilmfestival.it
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