A Gardolo la Giornata del migrante e del rifugiato. L’accento della 103a edizione sui minori migranti, vulnerabili e senza voce

La 103a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, domenica 15 gennaio, ha dato modo anche in Trentino di dare voce ai minorenni costretti a lasciare la loro terra, e spesso le loro famiglie, per inseguire un sogno di futuro. Sono 28 mila quelli giunti in Italia nel 2016 come rifugiati o migranti. In Trentino una quarantina di loro ha avviato le pratiche per il riconoscimento dell'asilo. Hanno affrontato esperienze drammatiche, spesso sono traumatizzati, dice chi – come gli operatori e i volontari del Centro Astalli, ad esempio -, si occupa di loro, accompagnandoli in percorsi di accompagnamento. “Da questo punto di vista la situazione in provincia è ben diversa dal quadro nazionale, che vede un alto numero di minori non accompagnati che letteralmente ‘spariscono’ dai centri di prima accoglienza”, ha osservato don Giuseppe Caldera, direttore del Centro missionario di Trento e responsabile della Fondazione Migrantes, “regista” della Giornata promossa in Trentino dalla Diocesi di Trento con la collaborazione della Circoscrizione e la partecipazione dell’associazione Trentini nel mondo. “Una parte di loro probabilmente riesce a ricongiungersi con i parenti già presenti in Europa, ma gli altri?”.

La Giornata, che aveva al centro della riflessione il messaggio di Papa Francesco dedicato ai “migranti minorenni, vulnerabili e senza voce”, ha visto convergere nel piazzale Neufahrn a Gardolo, per dirigersi poi in corteo verso la chiesa di Gardolo, una significativa rappresentanza delle 130 comunità di stranieri presenti in Trentino. “Nuovi Trentini” che, ha ricordato il sindaco Alessandro Andreatta, fanno di Trento una città più aperta, dei nostri paesi comunità accoglienti: anche perché memori della loro storia di migrazione, che i molti stendardi dei Circoli trentini nel mondo erano lì a ribadire.