Era stato due volte ospite del Festival dell'Economia e si era legato alla Casa Editrice Erikson
Si era legato al Trentino – dove tornava volentieri e faceva sempre n, scomparso a Leeds in Inghilterra all'età di 91 anni. Era stato protagonista della prima “storica” edizione del Festival dell'Economia nel 2006 – lo evidenzia in una nota l'ex governatore Lorenzo Dellai – e vi era tornato nel 2011, alla sesta edizione, come riferisce il presidente della Provincia Ugo Rossi che lo saluta come “uno dei più noti e influenti pensatori al mondo”.
In Trentino e in Alto Adige l'anziano professore polacco aveva allacciato vari legami di amicizia, al punto da affidare alcuni suoi scritti importanti alla Casa Editrice Erikson. Con l'editor Riccardo Mazzeo era nato anche un rapporto d'intesa e collaborazione sfociato fra l'altro nello stimolante dialogo “Conversazioni sull'educazione” pubblicato nel 2011 e presentato a Trento in una sala della Erikson gremita, prima di un incontro del filosofo per i dieci anni del Consorzio Lavoro Ambiente.
“Lo amavo moltissimo. Per me Zigmunt è stato un maestro, un padre, una figura di riferimento anche per la mia famiglia – è stato il commento a caldo di Mazzeo affidato al gr di radio Trentino inBlu – egli aveva scritto un libro che esprimeva un atteggiamento rispettoso nei confronti della morte, visto come un evento naturale. Noi, usava dire, siamo solo una parte del tutto, un frammento, un puntolino. Ma è importante dare un significato a questo pezzettino e riuscire a dare un segno fertile”. Ci isnegna a essere interdipendenti: non esistiamo da soli e per ogni tipo di costruzione abbiamo bisogno degli altri e dobbiamo impegnarci a realizzarla insieme agli altri”.
Mazzeo, che negli ultimi mesi insieme a Bauman aveva scritto anche il volume “Elogio della letteratura” in uscita per Einaudi in settembre, aveva accompagnato il maestro anche nell'ultima uscita trentina, il 31 gennaio 2016 nella sala della Cooperazione nel ciclo “Utopia500” promosso dall'editrice “Il Margine”: “Non è stato solo il teorico della società liquida, ma un pensatore a tutto campo, che ha saputo affrontare le sfide della modernità e della globalizzazione – scrivono gli amici della casa editrice trentina – un critico acuto, un sociologo-filosofo che ha attraversato i saperi e che ha saputo interpretare la crisi del Novecento e la fragilità del Duemila”.
A Bolzano Bauman aveva incontrato nel 2014 anche la filosofa ungherese Agnes Heller (coautrice del volume “La bellezza (non) ci salverà”, sempre per il Margine) in un dialogo promosso anche dall’Università: “Fu un evento che dimostrò la loro sintonia – spiega Francesco Comina, del Centro per la Pace di Bolzano – forse perchè entrambi furono vittime della Shoah e poi in contrasto col regime comunista. Anche in quell’occasione Bauman confermò la capacità di saper parlare alle persone semplici con intuizioni grandi”.
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